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Sputnik - 29 maggio 2025
Tiziano Nicoletti, legale parte civile, 28 maggio 2025
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FIRENZE – E’ una sentenza giusta: la pena minima per la morte di 32 persone che pensavano di essere al sicuro nelle proprie abitazioni”. Cosi Daniela Rombi, presidente dell’associazione ‘Il mondo che vorrei’ che riunisce i familiari delle vittime della strage della stazione Viareggio ha commentato a caldo, ieri, la sentenza emessa dai giudici fiorentini nell’appello ter sulle responsabilità per l’esplosione del vagone cisterna carico di gpl che il 29 giugno 2009 causò la morte di 32 persone che si trovavano nelle case e nelle strade circostanti.
I giudici hanno, tra l’altro, confermato la condanna a 5 anni per l’ex ad del gruppo Fs, Mauro Moretti e l’ex ad di Rfi di Rfi Michele Mario Elia (4 anni, 2 mesi e 20 giorni). Le pene più pesanti son andate a Peter Linowski, amministratore delegato di Gatx Rail Germania, l’azienda proprietaria del carro cisterna noleggiato da Trenitalia (6 anni) e Rainer Kogelheide, amministratore delegato di Gatx Rail Austria (6 anni), le due aziende proprietarie del vagone cisterna il cui assile si ruppe provocando l’esplosione.
“Delusi” della sentenza di sono detti gli avvocati di Moretti, che hanno già annunciato ricorso in Cassazione per mancato riconoscimento delle attenuanti. “La sentenza arriva dopo 16 anni e il tempo logora e sfinisce – ha aggiunto – Se gli imputati faranno ricorso in Cassazione vorrà dire che ritorneremo a Roma. Oggi siamo soddisfatti. Oggi e’ una buona giornata, per noi e per i nostri cari che non ci sono piu”.
“E’ l’ennesima conferma delle responsabilità penali di chi ha provocato la morte di 32 persone, e l’accertamento della verità” sottolinea l’avvocato di parte civile Tiziano Nicoletti stamani a Novaradio. Il reato è quello di disastro ferroviario, mentre sono andate in prescrizione le accuse di lesioni, incendio e omicidio colposo: “La misura della pena non interessa i familiari delle vittime, quello che premeva era accertare le grosse negligenze che hanno portato al disastro, e alzare il livello di sicurezza del trasporto ferroviario”.
Una vicenda che ancora non è finita: adesso la Corte ha 90 giorni per il deposito delle motivazioni, poi ci saranno altri 45 giorni per i ricorsi. “Fra un anno potremmo essere di nuovo davanti alla Cassazione, spero per l’ultima volta” dice l’avvocato.
Scritto da: Redazione Novaradio
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