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Referendum, un “Sì” per cancellare il Jobs Act e la possibilità di licenziamenti illegittimi: “Stop a precarietà e ricattabilità” – ASCOLTA

today03/06/2025

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    Speciale Referendum 8-9 giugno 2025 – Quesito n. 1 – Mauro Faticanti CGIL Firenze e Antonio Pinto (lavoratore licenziato e reintegrato) – 3 giugno 2025

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Cancellare le norme introdotte dal Jobs Act (dlgs 184/2014) che dal 2015 hanno dato la possibilità alle imprese di licenziare senza giustificato motivo un lavoratore nei primi tre ani di assunzione – salvo risarcimento al lavoratore di una cifra che può arrivare fino a 30 mensilità – e reintrodurre la possibilità di reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo prevista dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (l. 300/1970).

E’ questo il uno dei temi più caldi al centro del referendum sul lavoro e la cittadinanza dell’8 e 9 giugno prossimi: Il quesito n.1 (scheda verde chiaro) che reca come titolo formale , riguarda l’abrogazione dei cosiddetti “contratti a tutele crescenti” introdotta dal Jobs Act nel 2015. Prima di questa data, nelle imprese con più di 15 dipendenti, in caso di licenziamenti illegittimo il lavoratore poteva far ricorso al giudice per chiedere la reintegra nel posto di lavoro. Il Jobs Act ha cancellato la possibilità di reintegra (già eliminata dalla “legge Fornero” per i cosiddetti “motivi oggettivi”), sostituendolo con un indennizzo economico varianile, da 6 a 36 mensilità in base agli anni di servizio.

Cosa concretamente cambia tra lavoratori sotto “Jobs Act” e lavoratori tutelati dall’articolo 18 è ben rappresentato dalla vicenda di Antonio Pinto, lavoratore di una ditta dell’area mugellana che fornisce componenti per grandi marchi del settore automotive, licenziato e reintegrato nel posto di lavoro. “L’azienda in cui ero impiegato da anni – racconta a Novaradio – ha deciso di licenziarmi dopo che a causa di un infortunio ero stato dichiarato temporaneamente inabile al lavoro per tre mesi. Per fortuna, essendo stato assunto prima del 2015 in un’azienda con più di 15 dipendenti, in base all’articolo 18 sui licenziamenti illegittimi, ho potuto fare ricorso al giudice che mi ha dato ragione e mi ha reintegrato nel posto di lavoro. L’azienda mi aveva offerto 7.000 euro in cambio di 25 anni di lavoro… Ma ad oltre 50 anni cosa me ne faccio dei soldi, l’importante è avere un lavoro”.

“Una legge che è stata presentata come necessaria per ridurre ‘lacci e lacciuoli’ che impedivano alle imprese di licenziare – dice Mauro Faticanti, segreteria CGIL Firenze – ma che come dimostrano i dati, non ha fatto altro che aumentare la precarietà, il lavoro povero, la ricattabilità dei lavoratori. Senza peraltro incrementare l’occupazione di qualità né la competitività del sistema delle imprese. E che è giusto cancellare, per dare di nuovo stabilità e dignità al lavoro”

Se vincesse il “Sì” al quesito numero 3 del referendum si cancella le previsioni del Jobs Act e di reintroduce la possibilità di applicare l’articolo 18 nelle imprese con più di 15 dipendenti, e quindi adire alla giustizia per ottenere la reintegra del posto di lavoro in caso di licenziamento ingiusto. “L’azienda deve poter licenziare, ma solo per giusta causa. E decidere se un licenziamento è ingiusto deve essere un giudice terzo” ribadisce Faticanti.

La campagna referendaria prosegue intanto con le sue ultime iniziative: dopo il concertone in piazza dell’Isolotto di qualche giorno fa, domani mercoledì 4 giugno nuovo appuntamento musicale, sempre in Oltrarno, ma stavolta in piazza del Carmine: dalle 18 sul palco saliranno sul palco Giancane, Cisco, Lamante, Bianco, Sarabamba, Giulia Mei, Erio, Suvari, Sinedades, Acquachiara.

Scritto da: Redazione Novaradio