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Strike days, effetto valanga: scioperi in quasi 30 micro-aziende. In 24 raggiunti accordi. I Sudd Cobas: “Bisogna fare ancora di più” – ASCOLTA

today04/06/2025 2

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    Luca Toscano, Sudd Cobas 4 giugno 2025

FIRENZE /PRATO – In quattro giorni, scioperi e picchetti in 28 fabbriche contro lo sfruttamento e l’assenza di diritti, in 24 delle quali sono già stati raggiunti accordi per la assunzione a tempo indeterminato in base CCNL, per un totale di circa 100 lavoratori stranieri regolarizzati, fatti “emergere” dal nero, che hanno  conquistato il diritto ad un contratto, ad un orario certo, ad una paga dignitosa, ad un pacchetto minimo di diritti.  Un numero indefinito di passeggiate rumorose tra i capannoni, volantinaggi e comizi in diverse lingue ai cancelli delle fabbriche non ancora sindacalizzate.

E il bilancio degli “Strike days” prima, e del e poi con il “Macroblocco Day” proclamati dal sindacato Sudd Cobas in questi giorni, cui hanno aderito tanti lavoratori di aziende piccole e picccolissime del distretto integrato tessile che va dalla Piana a Pistoia passando per il Macrolotto 1 e 2. I picchetti proseguono alla YDL, alla Vivi Stamperia, alla JModa e alla Winner. Fabbriche piccole e piccolissime, veri “laboratori dello sfruttamento”, piccoli capannoni che contano intorno ai quindici dipendenti e che costituiscono la parte più grande del distretto.

Centinaia di operai del distretto mobilitati ogni giorno. Ventinove fabbriche già sindacalizzate che lo scorso venerdì hanno scioperato in solidarietà. Una protesta che si è allargata a macchia d’olio, al di là delle aspettative degli stessi promotori, con sciopero spontanei in realtà lavorative dove non erano stati “preparati”. Tutto tramite il  meccanismo del passaparola, del contatto tra lavoratori che hanno conoscenti, parenti, amici, coinquilini che partecipano alle proteste e che “esportano” la protesta nelle loro aziende.

“Un fenomeno nuovo anche per noi” spiega a Novaradio Luce Toscano dei Sudd Cobas, che da anni lavorano per “sindacalizzare l’insindacalizzabile” e che ora raccolgono i frutti del lavoro. “Ma non dobbiamo fermarci qua” avverte: “I lavoratori che vengopno regolarizzati si vedono riconoscere il CCNL del tessile artigianato, che però ha paghe basse e diritti minimi: ad esempio la malattia non viene pagata se d durata infeirore a 8 giorni. Diritti minim non significa diritti dignitosi, la battaglia quindi prosegue”.

Scritto da: Redazione Novaradio