Cultura

Saharawi, a Firenze una mostra in Regione e tanti incontri nei Circoli per sostenere la causa del “popolo del deserto” – AUDIO / FOTO

today17/07/2025

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    Simone Bolognesi, pres. Città Visibili su visita bambini Saharawi 17072025

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    Andrea-Sawyer, fotografo e autore mostra “Prigioni” -17-luglio-2025

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    Simone Bolognesi, pres. Città Visibili su mostra Saharawi 17072025

FIRENZE – Dura da oltre 50 anni l’odissea del popolo Saharawi, cacciato dalla propria terra dall’invasione marocchina del Sahara Sud Occidentale del 1974 e che allora è costretto a vivere nei campi tendati del deserto algerino intorno a Tindouf, uno dei luoghi più inospitali del pianeta. Il vero miraggio è la prospettiva di far svolgere un referendum per l’autodeterminazione di questo popolo – che pure è stato previsto da molteplici risoluzioni Onu – mentre ben più concreto il rischio di nuove esclation militari violente.

A raccontare le condizioni di vita e la battaglia politica dei Saharawi per il diritto ad una patria è la mostra “I Prigioni”, inaugurata pochi giorni fa in Palazzo Strozzi Sacrati, la sede della Regione Toscana, promossa dall’associazione Città Visibili, associazione affiliata all’Arci che da anni si occupa dell’assistenza, il sostegno, la promozione della causa del “popolo del deserto” e realizzata dal fotografo Andrea Sawyerr.

“Nel mese di febbraio realizziamo un viaggio nei campi profughi e durante questa esperienza diamo in seguito ai nostri progetti principali dedicati appunto al sostegno della causa Saharawi” racconta il presidente di Città Visibili, Simone Bolognesi: “Nel corso dell’ultimo viaggio è nata l’idea di realizzare una mostra fotografica, e l’occasione per esporla a Palazzo Strozzi Sacrati, la sede della Regione Toscana, è nata in occasione dell’incontro che il presidente Giani ha realizzato con i piccoli ambasciatori di pace, cioè bambini e bambine Saharawi che ogni estate vengono ospitati in Italia dalle associazioni come la nostra che si battono e si occupano della loro causa”.

Il titolo della mostra deriva da un’esplicita citazione dai Prigioni di Michelangelo, le grandi statue imprigionate nella roccia che lo scultore preparò per la mai realizzata tomba di Papa Giulio II. “Mi è venuta in mente di associare queste figure statuarie di Michelangelo alla situazione di di questo popolo – spiega il fotografo Andrea Sawyerr  – perché è prigioniero di politiche economiche e sociali, e perché i Saharawi sono stati esiliati e confinati in un pezzo di deserto. L’idea nasce da lì, e si sviluppa tramite dei ritratti di persone che sono effettivamente imprigionate nel deserto, e con una struttura parallela che racconta un po’ la società che in questi 50 anni sono stati costretti a costruire: un popolo che originariamente era nomade di fatto e invece ha dovuto appunto strutturarsi”.

La mostra si apre proprio nel momento in cui 120 Piccoli ambasciatori di Pace Saharawi si trovano in Toscana per il loro ormai tradizionale soggiorno estivo che li porta ad incontrare le istituzioni locali, le associazioni e e realtà toscane – tra cui in primis i circoli ARCI – che supportano la loro battaglia. “Sono arrivati il 6 di luglio scorso e rimarranno saranno in Italia fino al 21 di agosto ”  dice ancora Simone Bolognesi: “I circoli Arci sono in prima linea con le associazioni come la nostra che sono affiliate ad Arci Firenze. Per questo mi fa piacere anche ricordare l’appuntamento in collaborazione con il circolo Arci Dino Manetti di Campi Bisenzio, in programma venerdì 18 luglio: una cena di solidarietà e di raccolta fondi, appunto necessari per sostenere le attività legate all’ospitalità di questi bambini e di queste bambine sul nostro territorio. Un modo per vedere con i nostri occhi per capire e per comprendere e per approfondire la causa e la lotta di questo popolo. È un popolo dimenticato da tanto tempo e da troppe persone e da bisogno e merita veramente ampia e la più alta conoscibilità possibile”.

 

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Scritto da: Redazione Novaradio