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Empoli, quel referendum sulla multiutility che la politica non vuole – ASCOLTA

today21/07/2025 1

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    Marco Cardone, comitato Trasparenza per Empoli, 21 luglio 2025

EMPOLI – Mentre a Firenze l’iter della multiutility va avanti – nei scorsi giorni ne è stato annunciato il nuovo nome che prenderà dal 2026, “Plures”, e un piano industriale da 400 milioni di euro – a Empoli c’è una parte dell’opinione pubblica che continua a battersi contro quel progetto, e a chiedere che sulla questione si esprimano direttamente i cittadini.

E’ quella parte della città rappresentata da realtà come il comitato Trasparenza per Empoli, che già due anni fa ha animato la “rivolta popolare”, che bloccò il progetto di un “gassificatore”, ossia impianto di smaltimento dei rifiuti speciali, e costrinse l’allora giunta comunale guidata da Brenda Barnini ad un clamoroso dietrofront.

E che fin da subito ha avviato e completato la raccolta di firme necessaria per chiedere al Comune lo svolgimento di una consultazione popolare per rivedere la decisione, abrogando la delibera comunale 93/2022 con cui il Comune ha aderito al progetto multiutility. “Le persone non vogliono che i servizi di acqua e rifiuti, in particolar modo quello dell’acqua, ma anche quello dei rifiuti siano quotati in borsa, siano gestiti da una società che per statuto e ancora per indirizzo finirà per essere quotata in borsa” spiega Marco Cardone, del comitato.

Che dire però del fatto che da alcuni mesi il PD Toscana,  e il Comune di Firenze abbiano accantonato la quotazione in borsa per un modello che si prevede a controllo pubblico e con un partner industriale privato ridotto alla quota del 30% (attualmente Acea ha il 40% in Publiacqua)? Il motivo, spiega Cardone, è che la quotazione in borsa riamane ancora scritta in tuti gli atti: “Faccio riferimento all’ultima assemblea che c’è stata il 23 di ottobre del 2024. Il primo di nove punti approvati dice all’amministratore delegato e il consiglio dell’amministrazione di Alia di proseguire l’attività di rafforzamento e sviluppo della Multiutility nel solco del percorso autorizzato in statuto, con chiaro riferimento allo statuto dove è prevista la votazione in borsa e ai consigli comunali che hanno approvato le delibere, quella che è oggetto di referendum a Empoli per intendersi”

Quindi la ragion d’essere del referendum empolese rimane in piede. E adesso che le firme sono raccolte, e che siamo a pochi mesi da nuove elezioni (quelle regionali), il comitato referendario chiede ora al sindaco Mantelassi di indire il referendum cittadino in contemporanea con il voto per l’elezione del Consiglio Regionale. Il punto è rilevante, dato che la compresenza con il voto regionale potrebbe alimentare in modo decisivo al partecipazione al referendum he per essere approvato ha bisogno di superare il quorum del 50%. La riposta del sindaco però non arriva, e perfino l’opposizione di destra con FdI sembra aver dubbi sulla legittimità dell’ “election day” empolese.

“C’è una legge nazionale che permette l’accorpamento” rivendica il Comitato, rammentando che proprio il PD nei mesi scorsi ha criticato il governo per la decisione di non accorpare i 5 referendum su lavoro e cittadinanza alle elezioni comunali, con il chiaro intento di limitare la partecipazione. “Nel momento  in cui abbiamo raccolto le firme per presentare il referendum – ricorda Cardone –  dall’amministrazione comunale è stato fatto un regolamento apposito dove è stato scritto che il referendum non non si può accorpare con nessuna tornata elettorale, quindi molto restrittivo. Dal momento in cui abbiamo cominciato già con la raccolta firme non non c’è stata nessuna disponibilità da parte del comune. Sembra che ci sia un lavoro dell’amministrazione che tende a giustificare il fatto che l’accorpamento non possa essere fatto”.

Scritto da: Redazione Novaradio