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Elezioini Regionali, Falchi (SI): “Tempi stretti, stringere sul programma: welfare, acqua pubblica, ambiente. E no alla militarizzazione del territorio” – ASCOLTA

today23/07/2025

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    Lorenzo Falchi, Sinistra Italiana, 23 luglio 2025

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FIRENZE – “Sono pronto a dare il mio contributo di unità, ma insieme anche la radicalità: ci vuole un governo regionale che sia fortemente discontinuo, innovativo, di sinistra, radicale, senza paura di scontentare qualcuno, ma avendo un’idea ben chiara, una Toscana che stia dalla parte dei deboli,  di chi vive del proprio lavoro, contro la rendita e contro il verso che sta prendendo anche la nostra regione su sanità, ambiente, lavoro”.  Così Lorenzo Falchi, membro della segreteria regionale toscana di Sinistra Italiana e da 9 anni sindaco di Sesto Fiorentino, stamani a Novaradio per parlare della sua candidatura alle prossime elezioni del Consiglio Regionale per AVS – Alleanza Verdi Sinistra. Stasera alle 21 all’SMS di Rifredi il primo appuntamento “ufficiale” della sua campagna elettorale, dal titolo “Trovarsi, riscaldarsi, lottare”.

Una decisione, quella di candidarsi, che per Falchi nasce dal contesto politico in cui viviamo oggi: “Abbiamo delle destre al governo, ormai quasi 3 anni di governo. Abbiamo visto la ferocia di quelle misure, di quelle scelte, di quelle politiche contro le persone più in difficoltà. Può darsi che la destra candidino una figura a candidato presidente in Toscana un po’ più mite, ma dietro ai volti miti ci sono comunque quelle politiche feroci e quindi io credo sia necessario provare a dare il mio contributo”.

L’assetto che si delinea, è quello del centro-sinistra ampio a guida Pd, con il governatore uscente come candidato, aperto a AVS, certo non un radicale: “A suo tempo proponemmo le primarie, cui lo stesso Giani si disse disposto, poi il Pd ha deciso in modo diverso” ricorda Falchi. Che invita ora però a non perdere altro tempo: “Si deve partire dalla coalizione che deve essere larga con il Partito Democratico, con il Movimento 5 Stelle, con quelle forze civiche che guardano al nostro mondo” dice Falchi. E Italia Viva? “Costruiamo un programma che dovrà contenere alcuni punti per noi sono particolarmente importanti: sanità pubblica, acqua pubblica contro la privatizzazione e la finanziarizzazione dei servizi pubblici, l’introduzione di altre forme di ammortizzatori sociali e di misure sociali come il reddito regionale sociale. Quando costruiamo questo programma poi possiamo allargarci anche a forze più moderate”.

Una delle misure da portare avanti per Falchi è sicuramente il reddito sociale regionale: “E’ urgente individuare uno strumento che provi a dare una risposta a chi non riesce a trovare lavoro, a chi ha una difficoltà nella continuità del reddito e che possa sostenere per non far scivolare nell’indigenza e nella povertà assoluta”. La battaglia per la ripubblicizzazione, poi, è particolarmente cara a Falchi, che come sindaco di Sesto è tra i primi cittadini che si sono detti contrari al percorso della multiutility quotata in borsa. Prospettiva al momento accantonata, per un modello misto pubblico-privato 70-30: “Per me non è sufficiente ridurre la presenza del privato” ma si deve puntare alla ripubblicizzazione completa: “Abbiamo individuato quale può essere l’importo, stiamo parlando tra i 100 e i 120 milioni di euro per riacquistare le quote del socio privato Acea da una multiutility interamente pubblica. Ed è assolutamente fattibile” dato che, ricorda Falchi “è una minima parte, il 10% del complessivo piano di finanziamento degli investimenti di Alia Multiutility” pari a circa 1 miliardo di euro.

Ci sono anche dei punti su cui l’accordo con il PD non sarà facile o addirittura impossibile. Uno per Falchi è l‘ampliamento dell’aeroporto di Peretola, su cui la contrarietà rimane inscalfibile: “Ormai è una vicenda incancrenita. Il primo progetto è del 2011 e non ha ancora visto la luce, perché ha visto delle stroncature e nei tribunali sia del TAR che del Consiglio di Stato, e siamo in attesa da settimane dell’ultimo parere della commissione VIA del Ministero. Confido che una volta che verrà bocciato anche questo progetto, nessuno abbia l’idea davvero assurda e strampalata di ripartire con un nuovo progetto. Bisognerebbe prendere atto che è necessario costruire una vera integrazione con l’aeroporto di Pisa, e pensare che la crescita aeroportuale se ha da essere deve essere su quel polo”, mantenendo Firenze come “city airport”. Tra le altre grandi opere, da Falchi anche l’invito a far sì che il gassificatore di Piombino vada “via il prima possibile” dalle coste toscane. E poi chiede lo stop all’allargamento degli assi viari a Lucca, e allo “scempio” che da anni sta andando avanti sulle Alpi Apuane.

C’è anche un altro tema su cui Falchi invita i potenziali alleati e il possibile governatore ad una riflessione: quello della guerra e della politica per la pace, in primis verso quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza: “La Toscana dovrebbe riscoprire un ruolo che ha sempre avuto, quello della cultura della pace: dica parole chiare rispetto al genocidio a Gaza, dica parole chiare rispetto all’interruzione di ogni rapporto istituzionale con Israele, e che si schieri anche contro la militarizzazione del nostro territorio”. Il che significa basi, attive o future, in Toscana: da Camp Darby alla Bade dei reparti speciali a Pisa, al Comando Nato a Rovezzano: “Anche se le leve decisionali di Camp Derby, di Coltano, del Comando NATO non stanno nella Regione Toscana, dire da che parte si sta è assolutamente necessario”. E prendere anche una posizione più netta sul tema del riarmo: “E’ uno dei temi su cui non ho intenzione di fare nessun passo indietro. “Se decide di investire in nuovi armamenti fino al 5% del PIL”, chiarisce, l’Italia “sarà un paese non avrà più una sanità pubblica che probabilmente non avrà più nemmeno una scuola pubblica, che non avrà delle istituzioni in grado di far fronte ai bisogni minimi della propria popolazione”.

Scritto da: Redazione Novaradio