Cultura

“Vogliamo tutt’altro”, anche a Firenze i lavoratori dello spettacolo si mobilitano contro i tagli mirati allo spettacolo dal vivo – ASCOLTA

today23/07/2025

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    Paolo Mereu, rappresentante dell’assemblea fiorentina

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FIRENZE – Alzare la voce in modo unito contro il sistema di finanziamento pubblico dello spettacolo dal vivo e soprattutto contro il declassamento e definanziamento di realtà di produzione culturale d’eccellenza in tutta Italia arrivato con le ultime valutazioni delle commissioni ministeriali, con l’obiettivo di proporre modelli nuovi di sostegno alla cultura in Italia. Sono le rivendicazioni di “Vogliamo tutt’altro”, l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, una mobilitazione che sta coinvolgendo gli operatori della cultura di tutta Italia e che lunedì 21 luglio ha portato all’occupazione dell’ex Circolo degli Artisti a Roma. L’obiettivo, dopo un ciclo di assemblee nazionali e territoriali che proseguiranno per tutta l’estate, è quello di arrivare una grande mobilitazione unitaria nazionale in autunno, tra settembre e ottobre.

Al centro della protesta la gestione dei soldi del Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo: tra fine giugno e inizio luglio infatti sono state pubblicate le graduatorie elaborate dalle commissioni incaricate di valutare le realtà che hanno fatto domanda il Ministero della cultura per ricevere finanziamenti. Proprio dalle graduatorie di quest’anno nasce la protesta: “Appare chiaro – denunciano i lavoratori dello spettacolo – come ci sia una generale penalizzazione di quelle realtà che si occupano di contemporaneo, di innovazione e di ricerca artistica”. Tra i casi emblematici quello del Sant’Arcangelo Festival in Emilia Romagna, ma anche il declassamento del Teatro della Pergola a Firenze. Tantissime altre sono state le realtà penalizzate, e si tratta quasi sempre di festival, compagnie e teatri che nello scorso triennio godevano di un punteggio alto.

“Da un momento all’altro i punteggi sono stati ribaltati”, spiega a Novaradio Paolo Mereu, tra i coordinatori dell’assemblea fiorentina, “rispetto al triennio precedente 2021-2024, in questo triennio, non si sa bene secondo quali criteri, c’è stata un’inversione, quasi fosse un avvertimento”.  Punteggi che porteranno ad una diminuzione o in alcuni casi ad un azzeramento dei finanziamenti e di conseguenza alla perdita del lavoro per molti: “Abbiamo calcolato – spiega ancora Mereu – che sono dalle 30.000 alle 50.000 giornate lavorative perse per per per i lavoratori dello spettacolo. Oltretutto sono comunicazioni che avvengono a luglio, quando le programmazioni sono già attive dal mese di gennaio, quindi i lavori sono già stati iniziati e c’è il rischio di un effetto domino. Siamo estremamente preoccupati”.

Cosa fare allora? “Qui a Firenze il primo passaggio su cui stiamo lavorando è riconoscerci, masticare il pensiero dell’altro, assemblarci e trovare un nostro linguaggio delle nostre regole e un modo efficace per coinvolgere le persone nella nostra mobilitazione”, spiega Mereu. “Ancora dobbiamo informarci, dobbiamo leggere decreti, dobbiamo studiare, dobbiamo connetterci e capire quali sono state le le proposte che già sono state immaginate precedentemente perché ce ne sono state poi e quindi recuperare eventualmente delle parti che possono essere utili per essere inserite in un contesto attuale.”. Per quanto riguarda la mobilitazione è in programma per settembre a Roma una due giorni di incontro a livello nazionale “per costruire una strategia e immaginare quindi uno sciopero peril mese successivo”.

Scritto da: Redazione Novaradio