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Sputnik - È fiorita l’aspidistra- 25 luglio 2025
Sabrina Molinaro, ricercatrice CNR
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FIRENZE – Oltre un milione di cittadini toscani ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso del 2024: attività su cui sono stati investiti più di 8,6 miliardi di euro. Nonostante, negli ultimi cinque anni, siano diminuiti i punti gioco fisici sul territorio – anche in conseguenza delle norme adottate – e sia diminuito pure il numero delle persone che giocano, continua a crescere la raccolta per il gioco d’azzardo, spinta soprattutto dall’aumento del gioco online, con quasi 950mila conti gioco attivi. E tra i giovanissimi raggiunti i livelli più alti di sempre. È quanto emerge dal rapporto di ricerca ‘L’Azzardo nella Regione Toscana” presentato oggi a Firenze, che consente anche una riflessione sull’impatto delle politiche pubbliche messe in campo attraverso il Piano regionale di contrasto che si è concluso alla fine dello scorso anno.
Guardando i numeri, la Toscana nella raccolta complessiva del gioco d’azzardo è passata da 6,6 miliardi giocati nel 2019 agli 8,6 miliardi del 2024 (in linea con la tendenza nazionale). La spesa procapite regionale ha superato i duemila euro, restando comunque al di sotto della media italiana. Nonostante il canale telematico abbia superato quello fisico in termini di raccolta, in Toscana si giocano ancora 2,4 miliardi di euro tramite apparecchi da intrattenimento. Sono oltre un milione e centomila i residenti toscani (36,7%) tra 18 e 84 anni che giocano d’azzardo almeno una volta l’anno. Il fenomeno è più diffuso tra gli uomini (42%) rispetto alle donne (31%), con i Gratta&Vinci al primo posto (19%), seguiti da Superenalotto (12%) e Lotto e scommesse sportive (entrambi al 4,6%). Fra questi oltre 110mila (3,7%) presentano segni di fragilità per un disturbo da gioco d’azzardo e più di 45mila (1,5%) hanno già un comportamento di gioco “problematico” con caratteristiche tali da necessitare aiuto. Aumentano, rispetto al 2019, i toscani che si sono rivolti ai Serd per disturbo da gioco d’azzardo ed emerge fra questi un cambiamento significativo in termini di età: è triplicata la quota di cittadini tra 15 e 29 anni (nel 2019 rappresentavano il 4,2% dell’utenza, nel 2023 il 13%). Tale incremento è coerente con l’aumento rilevato dallo studio Espad©Italia del gioco d’azzardo tra i giovanissimi, che ha raggiunto i livelli più alti di sempre e mette in evidenza, in coerenza col dato nazionale, un aumento sensibile delle prevalenze di gioco tra gli studenti toscani tra i 15 e i 19 anni: nel 2023 oltre la metà di loro (54,1%) ha riferito di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno, contro il 42,9% del 2019. Ma a destare preoccupazione sono soprattutto gli oltre 6.500 studenti (4%) che presentano comportamenti di gioco problematico, numero in costante crescita rispetto alle precedenti rilevazioni.
Dall’analisi integrata di tutte le informazioni raccolte attraverso la piattaforma Agorà emergono tuttavia segnali incoraggianti: diminuiscono le persone che si sono avvicinate al gioco dall’inizio della ‘Programmazione regionale delle attività per il contrasto al gioco d’azzardo’, passando dal 38,3% del 2019 al 36,7% nel 2024 e resta stabile il numero di coloro che presentano comportamenti di gioco problematico a rischio di sviluppare un disturbo da gioco d’azzardo. “Questi risultati – spiega la Regione – suggeriscono che i 200 eventi di informazione e prevenzione sviluppati all’interno dei 58 progetti e delle 311 azioni promosse da Regione Toscana all’interno della Programmazione regionale, grazie alla fattiva collaborazione con le tre Ausl, l’Anci, il Terzo Settore e il supporto scientifico dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, hanno reso possibile arginare l’espansione di un fenomeno così invasivo”. L’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini ha evidenziato come il fenomeno sia “ancora troppo sottovalutato, anche a livello nazionale, dove si potrebbe fare molto di più per promuovere valori positivi legati alla dimensione sociale e umana delle persone”.
“In Toscana – aggiunge – abbiamo messo in campo un piano di prevenzione che portiamo avanti insieme a Cnr di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e Anci Toscana. Sul fronte della presa in carico, il lavoro è affidato principalmente ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, in stretta collaborazione con il sistema delle associazioni, per rispondere in modo concreto ai bisogni di salute. È un grande lavoro di squadra”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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