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Rifiuti, l’allarme di Legambiente su Prato: “La filiera degli scarti nelle mire della criminalità organizzata” – ASCOLTA

today24/07/2025

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    Enrico Fontana, Responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, segreteria Nazionale di Legambiente

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FIRENZE – Ecomafie, è allarme in Toscana per alcune filiere che si stanno trasformando in veri e propri mercati criminali. Con oltre 2.500 tra illeciti e reati ambientali nel 2024 – peggior dato assoluto da anni, +11,6% rispetto al 2023 – la Toscana si piazza al 6/o posto a livello nazionale in “Ecomafia 2025”, la poco invidiabile classifica dell’ecomafia annualmente stilata da Legambiente.

In alcuni settori, fa pure peggio: quarta in classifica per i reati del ciclo del cemento con tre province tra le peggiori 20 (Siena, Firenze e Livorno), 5/a per quelli verso gli animali (soprattutto pesca di frodo, con Livorno al 5/o posto tra tutte le Province).

Sulla costa, allarma il numero di abusi edilizi importanti, in particolare all’Elba. A Firenze la rilevanza di illeciti amministrativi, meno gravi ma molto diffusi (oltre 300).

“In Italia abbiamo superato il muro dei 40.000 reati ambientali in Italia, cresciuti del 4,4% su scala nazionale. Il 42,6% si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, ma la Toscana è lì a un passo, da tempo purtroppo in questa regione segnaliamo come i reati ambientali, che non sono tutti reati di mafia, ma sono reati spia” dice Enrico Fontana, curatore del rapporto, Responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità della segreteria Nazionale di Legambiente.

I dati numerici però non dicono tutto: ad esempio sul ciclo dei rifiuti, dove pure Firenze occupa una scomoda 10/a posizione nazionale per reati e illeciti, è il distretto tessile di Prato a suscitare preoccupazione, ed in particolare la filiera del recupero degli scarti tessili, come spiega a Novaradio ancora il curatore del rapporto: “C’è un mercato in cui queste organizzazioni criminali e le mafie hanno deciso di investire perché è un mercato che può dare molti profitti illeciti”.

“Quello di Prato – aggiunge Fontana –  è un caso particolare e riguarda gli scarti tessilo. Basta leggere le dichiarazioni della Procura di Prato che chiede più mezzi, più uomini, più magistrati, più tecnologie. Noi chiediamo a tutte le istituzioni di ascoltare quello che dice il procuratore Tescaroli, ma di rispondere concretamente, di assumere la questione dei rifiuti tessili, smaltimento illegale, traffici illegali di rifiuti tessili a Prato come una questione seria in cui non si può lasciare da sola la magistratura e le forze dell’ordine”.

“L’azione investigativa è forte, è vero, ma c’è anche un deficit penale” dice Fontana, che ricorda l’altra proposta fatta da Legambiente al legislatore nazionale per rafforzare il contrasto del fenomeno: che le discariche abusive, la gestione abusiva dei rifiuti, i traffici internazionali diventino delitti, non semplici reati contravvenzionali.

Scritto da: Redazione Novaradio