News

“Disertare il silenzio” su Gaza. Domenica sera campane e fischietti in tante piazze della Toscana – ASCOLTA

today25/07/2025

Sfondo
share close
  • cover play_arrow

    Micaela Frulli, docente diritto internazionale UniFi – #Gazalastday, 25 luglio 2025

*

TOSCANA – Fare rumore, farsi sentire, con qualunque strumento a disposizione – campane,  sirene, fischietti, persino pentole – e denunciare l’orrore quotidiano che si vive nella Striscia di Gaza assediata, affamata, in cui entrano bombe e carri armati ma non gli aiuti umanitari.  E che molti altri a breve possano fare la stessa fine se non verrà posto fine al conflitto e fatti entrare gli aiuti.

La crisi umanitaria, come raccontano le drammatiche foto dei bambini palestinesi che muoiono letteralmente di fame, ha toccato il suo punto più alto: oltre 58.000 vittime di cui 17.000 minori (30 mila feriti) secondo le stime di Hamas, ma uno studio pubblicato sul Lancet parla di cifre tre volte superiori.

A Gaza siamo oltre il punto di rottura – denuncia Micaela Frulli, docente di diritto internazionale all’Università di Firenze – siamo alla fame come strategia di annientamento, oltre a tutto quello che abbiamo visto. Questa è una fame provocata dall’uomo. E’ un crimine di guerra, è una violazione grave del diritto in tutte le regole il diritto internazionale umanitario, ma qui ce ne abbiamo a bizzeffe di queste violazioni. Lo è anche ma  anche non consentire che le organizzazioni umanitarie facciano il loro lavoro: è stato bombardato il deposito dell’OMS dove c’erano i pochi medicinali conservati. In tre momenti diversi, quindi è ovvio che non è un errore tecnico”.

Con l’obiettivo di rompere il muro di non detto, la cappa di omertà, gli equilibrismi del discorso politico, per “Disertare il silenzio”: questo il titolo dell’iniziativa del collettivo #Gazalastday, lanciata per domenica prossima una nuova mobilitazione dal basso. Dopo il “social web bombing” del 9 maggio, e la campagna sui “40 mila sudari” stesi dalle finestre, una protesta rumorosa, che si terrà domenica dalle 22,00 alle 22,30 in tante piazze, strade e case in tutta Italia. A Firenze uno dei principali punti di riferimento sarà piazza Sant’Ambrogio, dove si riuniranno le “Donne insieme per la pace”, ad Empoli in piazza della Vittoria (per i singoli appuntamenti, aggiornamenti per #Gazalastday).

“Abbiamo provato a rilanciare un’altra volta un’azione per urlare questa disperazione” spiega ancora  Frulli: “A Gaza la settimana scorsa c’è stata questa protesta in cui il personale medico si è messo di fronte agli ospedali, a tutti i presidi sanitari facendo andare a tutta a tutte le sirene delle ambulanze. Quindi abbiamo detto ‘Facciamo rumore, uniamoci a questo grido che viene da Gaza”. “Migliaia di parrocchie suoneranno le campane domenica 27 alle 22, e abbiamo chiesto alle persone di trovarsi nelle piazze, sulle spiagge, sui balconi, sulle finestre anche a casa propria, e fare più rumore possibile: pentole, fischietti, quello che uno vuole”.

Un’onda sonora per svegliare le coscienze e l’opinione pubblica ma soprattutto la politica, in una fase in cui, con l’abbandono da parte dei mediatori Usa del tavolo di trattativa a Doha, il cessate il fuoco sembra sempre più un miraggio, al di là delle prese di posizioni importanti come la dichiarazione del presidente francese Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina. “La  mossa è importante soprattutto politicamente e per il messaggio che vuol dare – dice Frulli – sarebbe molto più importante che la Francia e tutti gli altri stati dell’Unione Europea decidessero di adottare delle misure economiche” come sospendere il patto di associazione tra Ue e Israele: “Anche sospendere solo alcune clausole sarebbe fondamentale ” ma “non c’è la maggioranza per farlo, e l’Italia è fra quelli che non vuole farlo”.

Anche la giustizia internazionale si sta muovendo. “Il procedimento del Sudafrica contro Israele per genocidio”, spiega Frulli “in questo momento è nella fase della raccolta delle prove, poi gli stati devono presentare le memorie, sono procedimenti che richiedono tempo”. Altre cose si muovono: ad esempio l’associazione di giuristi belgi ha presentato contro la Commissione Europea un ricorso di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver fatto la propria parte nell’impedire il genocidio. La Fondazione Idra Jab (dal nome della bambina morta mentre veniva soccorsa da un’ambulanza colpita dall’IDF) sta facendo un database di sospettati di crimini di guerra: la settimana scorsa, due soldati dell’IDF sono stati arrestati in Belgio su accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Anche in Italia ci sono ricorsi in via di elaborazione”.

Ma è la politica che deve agire, sollecitata da una opinione pubblica sempre meno disposta a tacere: “Il riscontro che hanno questi appelli e manifestazioni veramente ogni volta mi colpisce per la quantità di persone che reagiscono, che vogliono urlare il loro sdegno, far sentire la propria voce, e dire basta. La gente c’è, quello che manca veramente è la politica, e continuate a fare quel che si può, ognuno al suo livello”. Non escluse le istituzioni locali e regionali: “La Toscana intanto potrebbe rimuovere Marco Carrai dalla presidenza della Fondazione Meyer – dice Frulli – ma c’è molto che gli enti locali possono fare. C’è una campagna sul sito entiterritorialiperlapalestina.com, promossa da 13 associazioni fra cui ARCI, Amnesty, Cospe e molte altre, in cui ci sono dei documenti pronti che i enti locali possono prendere e adottare: interrompere le relazioni commerciali, intraprendere forme di boicottaggio, come è stato fatto ad esempio anche dal Comune di Sesto. Importante che ciascuno faccia la sua parte”.

Scritto da: Redazione Novaradio