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Università e Palestina, gli studenti pisani respingono le accuse di aggressione al prof: “La nostra? Una protesta legittima e non violenta” – ASCOLTA

today19/09/2025 1

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    Jacopo Joy, Studenti di Pisa per la Palestina, 19 settembre 2025

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PISA – Non si placano le polemiche scatenate dalle vicende di martedì scorso nella facoltà di Scienze Politiche di Pisa, dove un docente di diritto comparato, Rino Casella, ha denunciato di essere stato aggredito da una gruppo di studenti proPal che aveva interrotto la lezione per denunciare il genocidio in corso a Gaza e sventolando bandiere palestinesi. Il professore, di religione ebraica, è rimasto contuso (7 giorni di prognosi) e ha denunciato il fatto come un “aggressione fascista”: a lui è arrivata la solidarietà della comunità accademica, del rettore, e della ministra dell’Università Bernini, che ha avanzato l’ipotesi della costituzione come parte civile. Un’indagine è stata aperta dalla magistratura e una ventina di studenti almeno sono stati identificate dalla Digos dopo querela presentata dal professore. L’ipotesi di reato è interruzione di pubblico servizio, mentre per quelli legati all’aggressione si dovrà identificare chi materialmente avrebbe sferrato i colpi.

Accuse che gli “Studenti di Pisa per la Palestina” respingono al mittente: “Non c’è stata nessuna aggressione” racconta stamani a uno degli studenti pisani Jacopo Joy, che precisa: “Quella mattina siamo entrati in molte le aule per manifestare, quando siamo entrati nell’aula del professor Casella noi non sapevamo che c’era lui. Il professore si è parato davanti a noi con il proprio corpo, tentando in ogni modo di evitare che la sua reazione potesse essere interrotta dalle bandiere della Palestina e dai gridi di ‘Palestina libera’, al che noi non abbiamo abbiamo scelto di che non potevamo fare un passo indietro dopo 70 anni di genocidio e pulizia etnica. Ci siamo presi quelli che inizialmente dovevano essere 2 minuti per portare un messaggio chiaro per la Palestina libera, e il professore è andato su di giri”.

Ma nessuna aggressione: “E’ falso, non è mai successa, ci sono tantissimi video che testimoniano questa cosa”, ripeta Jacopo Joy, che d’altra parte difende la bontà della protesta, nel merito e nel metodo: “Dobbiamo ricordarci sempre che, le nostre istituzioni, il nostro Stato è complice con quello che sta accadendo e noi non possiamo farci dire da chi è complice come protestare per la Palestina”.

Le proteste quindi proseguiranno, a partire dalla mobilitazioni dei prossimi giorni: gli Studenti di Pisa per la Palestina prenderanno parte alla manifestazione pisana dello sciopero del 22 settembre in piazza XX Settembre, e quella proclamata dal Calp di Livorno per il 24 settembre al porto labronico contro l’arrivo di una nave container con dei caterpillar destinati alle demolizioni delle case nei Territori Occupati.

Scritto da: Redazione Novaradio