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Accolti dall’Università di Siena 8 studenti e studentesse palestinesi. Contestata la mistra Bernini – ASCOLTA

today08/10/2025

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    Federico Lenzerini, professore di diritto internazionaleUnisi

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SIENA – Sono arrivati all’Università di Siena la settimana scorsa 8 studenti palestinesi – 6 ragazze e 2 ragazzi, accolti tramite un corridoio umanitario. Ieri ad accoglierli ufficialmente anche la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, duramente contestata da un gruppo di studenti pro Palestina.

“L’iniziativa è nata grazie all’erogazione di borse di studio che noi abbiamo fatto lo scorso ottobre con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena”, spiega a Novaradio il proferssore di diritto ionternazionale Federico Lenzerini. “Noi abbiamo un ufficio di cui io sono responsabile come delegato del rettore dell’Università di Siena agli studenti e ricercatori provenienti da aree di crisi, che si chiama Just Peace, e sono diversi anni che eroghiamo borse di studio a studentesse e studenti che arrivano da paesi a rischio. Inizialmente l’Afghanistan, poi l’Iran e adesso ci siamo concentrati sulla striscia di Gaza. Abbiamo operato una selezione sulla base di oltre 1100 domande. Abbiamo selezionato cinque studentesse e studenti e naturalmente poi dopo aver attribuito le borse di studio è iniziato il percorso per cercare di farli arrivare qui. Quindi diciamo è stato un lavoro di mesi, circa un anno. I corsi di laurea cui sono iscritti questi studenti sono vari perché si guarda Economics and Management, a informatica, a lettere eh, anche a, diplomazia culturale”.

Riguardo alle contestazioni alla ministra Bernini Lenzerini risponde a titoo personale: “Il governo italiano deve essere obiettivamente ringraziato per questo corridoio, soprattutto la Farnesina e l’Unità di Crisi, il Consolato di Gerusalemme, l’Ambasciata di Amman e anche altri componenti, perché ovviamente il corridoio è arrivato al culmine di un’attività politica e diplomatica che necessariamente doveva coinvolgere le autorità governative in quanto era indispensabile convincere e collaborare sia con Israele che con la Giordania. Detto questo, devo anche sottolineare che è in atto un po’ una strumentazione politica di di ciò che è avvenuto perché le nostre studentesse e i nostri studenti sono un po’ usati per convincere i cittadini e l’opinione pubblica che il governo sta facendo molto per la Palestina di fronte, appunto, a tutte le le le accuse di cui invece parlava lei.”.

Scritto da: Redazione Novaradio