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“Per Eleonora e per le altre, in piazza contro le narrazioni tossiche e il patriarcato” – ASCOLTA

today25/11/2025

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    Isabella, Non Una di Meno – 25 novembre 2025

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FIRENZE – “Non c’è “gigante buono”, non c’è “bravo architetto” o “bravo ragazzo” che tenga: chi molesta, stupra e uccide non è pazzo o preso da un raptus, ma è figlio sano della cultura patriarcale”. Nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne, il movimento transfemminista “Non una di meno” chiama in piazza tutte e tutte per una manifestazione oggi pomeriggio: il concentramento è alle 18.00 in piazza San Marco, con il corteo che si muoverà per le strade del centro per concludersi in piazza santissima Annunziata, non prima di aver sostato in piazza Annigoni.

Un luogo, a due passi dalla sede dello storio quotidiano cittadino “La Nazione” scelto con preciso intento: puntare il dito sulla “narrazione della violenza maschile e di genere fatta da giornali e tv”, che spesso presentano i casi di violenza e femminicidio come “inspiegabili” tragedie che deflagrano all’interno di famiglie “felici e normali”: Come avvenuto, si spiega, nella vicenda dell’uccisione di Eleonora Guidi, vittima di femminicidio lo scorso febbraio a Rufina (FI), uccisa con 24 coltellate dal compagno, Lorenzo Innocenti. “Sappiamo benissimo che è proprio all’interno della famiglia che si possono generare queste dinamiche di di violenza che spesso sono perpetrate dal marito, dal compagno o dall’ex – spiega a Novaradio Isabella, di Non una di Meno di Firenze – quindi noi consideriamo questo tipo di narrazione tossica, perché in qualche modo riporta sempre a uno stereotipo che dobbiamo cercare di disinnescare, che dobbiamo cercare di distruggere, perché uscire da una relazione di violenza significa anche destrutturare questo questo stereotipo, questo immaginario”.

La “famiglia alla “Mulino bianco” che, spiega il movimento, è utilizzata dai media “per giustificare e invisibilizzare la violenza fra le mura domestiche”. E nascondere ciò che i dati raccontano, e cioè che la violenza sulle donne è un dato pervasivo della società: 77 femminicidi in Italia da inizio anno, 9 in Toscana nel 2024 (+3 rispetto all’anno precedente) e 5.600 richieste di aiuto (+1.000 rispetto al 2023).

E di fronte agli ultimi passi della politica sul fronte legislativo-penale – l’ultima è la “legge sul consenso” approvata bipartisan – dal movimento si ribadisce come l’azione più importante è quella che arrivare “prima”, con la prevenzione, e non “dopo” che la violenza si è compiuta. “Quello che vediamo da parte del governo è un atteggiamento securitario e paternalista” dice ancora Isalbella: “Securitario perché si cerca di ridurre la violenza di genere a un problema privato e quindi si punta all’inasprimento delle pene come se questo fosse un deterrente sufficiente senza investire in prevenzione. E paternalista perché dall’altra parte non si va a lavorare per avere un supporto qualificato alle donne che decidono di eh denunciare. E questo, secondo noi, si fa solo con il supporto e il finanziamento costante e stabile eh dei centri antiviolenza antiviolenza femministi e transfemministi”.

“Non ci servono l’inasprimento delle pene o più ergastoli, ma giustizia da vive” ribadisce Isabella, di Non una di Meno di Firenze, ricordando le richieste del movimento : Vogliamo più finanziamenti ai centri antiviolenza femministi e prevenzione e formazione. Vogliamo un’educazione sessuo-affettiva fin dai primi anni di scuola per prevenire la normalizzazione della violenza nelle relazioni. Vogliamo un reddito di autodeterminazione che ci liberi dal ricatto della povertà e della violenza”.

Scritto da: Redazione Novaradio