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Aggressione agli operai de “L’Alba”, sabato manifestazione. Sudd Cobas: “Le griffe si prendano le loro responsabilità, altrimenti faremo noi i nomi” – ASCOLTA

today17/09/2025

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    Luca Toscano, Sudd Cobas, 17 settembre 2025

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PRATO – Una manifestazione-corteo per denunciare in modo pubblico e visibile, l’aggressione subita due giorni fa da alcuni operai della stireria L’Alba di Montemurlo (Prato), aggrediti da due persone (tra cui la titolare italiana della ditta) mentre picchettavano in sciopero davanti alla fabbrica contro il rischio di chiusura e licenziamento, ma più in generale la cultura della violenza di cui è espressione. Orario e percorso sono ancora da definire, ma l’appuntamento è già stato lanciato per sanato prossimo dai Sudd Cobas, sindacato che sostiene gli operai in mobilitazione e che ha ha fatto circolare i video dell’aggressione, diventato in breve virale. Che lancia anche un chiaro appello ai marchi della moda “made in Italy” che si trovano in cima alla filiera di cui “L’Alba” e tante altre aziende sono un anello. Un esposto è stato già presentato  in procura ,ma il sindacato avverte: “I brand si prendano le loro responsabilità e si impegnino a risolvere la situazione, altrimenti inizieremo a fare nomi e cognomi”.

“Tutti noi, tutte noi non abbiamo più il diritto di sorprenderci di fronte a queste cose” dice Luca Toscano, Sudd Cobas, stamani a Novaradio, confermando la manifestazione di sabato: “Questo tipo non solo possono accadere ma continuano ad accadere, perché sotto c’è un un sistema che determina la vita quotidiana di migliaia e migliaia di lavoratori, tra cui quelli de ‘L’Alba’. Il problema non è solo qualcosa che riguarda le filiere del pronto moda cinese e la fast fashion” ma “mette insieme la vicenda dei lavoratori della Montblanc con quella dei lavoratori di Seano” della Liu Weidong, teatro un anno fa di simili aggressioni.

A scatenare la violenza a “L’Alba”, ricostruisce Toscano, il processo di sindacalizzazione dei lavoratori: “Fino a febbraio qui il sindacato non c’era – racconta Toscano – si lavorava con un contratto pulizie multiservizi a cucire a capi di abbigliamento venduti a centinaia e centinaia di euro l’uno. Si lavorava gratis, si lavorava un’ora o due ore gratis ogni giorno in più alle 8 ore, e si era dipendenti di una società farlocca che lavorava all’interno dell’azienda”. Poi la mobilitazione del sindacato e arriva un accordo sindacale, che dispone l’assunzione diretta dei lavoratori a ‘L’Alba’, l’applicazione del contratto nazionale dell’industria tessile e aumenti salariali significativi e orari di lavoro umani.

“I problemi, purtroppo, sono iniziati poco dopo dopo, quando veniamo a sapere che la stessa società farlocca, in realtà sempre controllata dalla titolare della titolare dell’Alba, la FourService, apriva uno stabilimento a pochi passi da qua dove venivano trasferiti una parte dei dei macchinari”. Il classico meccanismo del “chiudi e riapri”: non una, ma due aziende, divindendo reprto cucitura e stiratura. Prospettiva contro cui i lavoratori erano entrati in sciopero: “Noi parliamo del localizzazioni dietro casa. Oggi questi brand della moda riescono a garantirsi l’etichetta del Made in Italy e i salari nei di Bangladesh“.

E dietro la filiera de “L’Alba”, quali sono le griffe della moda coinvolte? “Non è una, sono sono diverse, sono molte che sono state coinvolte all’interno di questa vicenda e noi abbiamo detto ieri in assemblea che conteremo in ore il tempo che diamo ai ai committenti per intervenire su questa vertenza e assicurarne una pronta risoluzione”. Se questa cosa non accadrà inizieremo a a coinvolgerli direttamente, a fare nomi e cognomi perché crediamo che siano loro i responsabili. Non si può vendersi un’immagine di se stessi come salvatori del mondo dalla crisi ecologica, dal dal gender gap, dallo sfruttamento, da ogni male del mondo, e poi in realtà costruire filiere che sono scientificamente costruite per fare in modo che alla fine a produrre la merce ci sono lavoratori che lavorano in queste in queste condizioni.”.

Scritto da: Redazione Novaradio