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“L’Italia riconosca lo Stato di Palestina”. In oltre 25 del fiorentino martedì prossimo bandiere a lutto, serrate e silenzio nelle scuole – ASCOLTA

today19/09/2025 1

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    Carlo Boni, sindaco di Pontassieve 19092025

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FIRENZE – Uno stop per 15 minuti al lavoro e alle attività produttive e commerciali, un minuto di silenzio e riflessione nelle scuole, bandiere a mezz’asta o listate a lutto. E uno striscione, appeso alle finestre e ai balconi delle sedi dei Comuni, con la scritta: “Ripudiamo – A sostegno di una Palestina libera e autodeterminata”. E’ quel che succederà martedì prossimo, 23 settembre, in oltre 25 Comuni del territorio fiorentino, Firenze compresa.

Di fronte al genocidio in atto a Gaza, le istituzioni locali fiorentine che aderiscono alla “Rete degli enti locali per i diritti del popolo palestinese” del territorio fiorentino hanno deciso di di muoversi, assieme, per chiedere che si fermi il massacro, che la comunità internazionale intervenga e che l’ONU riconosca il diritto all’ esistenza di uno Stato Palestinese. E lo fanno chiedendo a cittadini, studenti, forze produttive, alle associazioni e ai sindacati di fermarsi, per qualche minuto, in segno di dolore, indignazione e lutto.

Ci siamo sentiti di come rete di prendere una posizione netta, dare un segnale, un messaggio forte rispetto a quanto sta continuando a succedere e ogni giorno – dice Carlo Boni, sindaco di Pontassieve, tra i Comuni aderenti –  quindi abbiamo deciso di fare una mobilitazione congiunta, un modo da far capire che qui il nostro territorio chiede a viva voce il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina e di fermare il massacro in atto”.

L’iniziativa arriva proprio all’indomani dell’assemblea ONU in cui è previsto il riconoscimento dello Stato Pastinese da  parte di paesi come Francia, Canada, Australia, regno Unito: “Tutti i comuni che aderiscono alla rete hanno chiesto portato mozioni nei Consigli Comunali per chiedere al nostro governo di riconoscere lo Stato di Palestina” e “ci sono tante iniziative che come rete stiamo portando avanti per far capire al nostro governo che è arrivato il momento di prendere una posizione chiara, netta, definitiva“. “Un tentativo, l’ennesimo, per non stare in silenzio e per dare un messaggio. Speriamo – conclude – che anche la nostra Repubblica e chi la rappresenta lo recepisca, e dia un segnale in questa direzione, come hanno già fatto altri Stati”.

Scritto da: Redazione Novaradio