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Sumud Flotilla, no alla consegna degli aiuti a Cipro: “Avanti finché non si apre un corridoio umanitario serio” – ASCOLTA

today26/09/2025

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    Saverio Tommasi, giornalista Fanpage imbarcato sulla Global Sumud Flotilla – 26 settembre 2025

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MEDITERRANEO – No all’idea di scaricare gli aiuti umanitari a Cipro, la Global Sumud Flotilla è intenzionata a proseguire la sua missione verso Gaza, almeno fino a che non sarà aperto un vero corridoio umanitario. Al momento le circa 40 barche della flotta sono ancora ferme in acque territoriali greche, anche perché le condizioni del mare non sono buone. Nel frattempo le ha raggiunte la fregata “Alpino”, inviata dal governo italiano come “scorta”.

Gran parte delle navi si trova nei pressi dell’isola di Kufonissi, a pochi chilometri dalla costa ovest di Creta. Più indietro, a Ierapetra, invece la nave “Karma”, dell’ARCI nazionale e del progetto TOM, che ha avuto un cambio di equipaggio e su cui viaggia il blogger e giornalista Saverio Tommasi: “La presenza della fregata italiana ci rassicura” dice, anche se “il clima è di preoccupazione perché il governo israeliano ci ha definito ‘flotta di Hamas’ quando siamo una missione umanitaria. L’intenzione è di ripartire, perché quello siamo ancora molto lontani dall’ottenere ciò per cui siamo partiti: la fine del genocidio e l’apertura di corridoi umanitari garantiti”.

Proprio per questo, spiega Tommasi, l’idea di consegnare gli aiuti a Cipro è stata rifiutata: “Tutta la questione che avete letto sul rifiuto di Cipro è nata su questa barca” racconta Tomasi: “Su questa barca, la Karma, c’è anche Yassine Lafram (presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, ndr), ed è stato Yassine Lafram insieme al cardinale Zuppi (presidente della CEI, ndr), a tentare loro due insieme di aprire questa possibilità di consegna degli aiuti a Cipro, che poi il governo ha provato a bruciare dicendo ‘Vi proponiamo di lasciarli lì’ . E’ chiaro che  quella proposta governativa che avrebbe voluto dire “Andare lì, farsi due foto con i pacchettini, voi vi prendete gli aiuti, siamo tutti bravi, che la missione è stata un successo’. Non deve essere una consegna ad Israele, una consegna alla fonda nazione di Israele, che come abbiamo visto non distribuisce gli aiuti, ma utilizza gli aiuti per continuare a perpetuare i propri scopi”.

Le cose si evolvono in modo rapido e sono suscettibili sempre di cambiamenti ma, dice Tommasi, “per ora l’idea è andare avanti, arrivare a Gaza. Quello che abbiamo raggiunto è una solidarietà commovente”, “abbiamo visto le piazze piene, però se non cambia la situazione di chi in questo momento sta soffrendo una carestia indotta, come la chiama l’ONU, siamo a poco più dello zero”.

Scritto da: Redazione Novaradio