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Aria in gola - 29 settembre 2025
Giovanni Ceraolo, rappr. Usb Coordinamento lavoratori portuali Livorno, 30 settembre 2025
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LIVORNO – Prosegue ormai da cinque giorni al porto di Livorno il presidio permanente h24 organizzato dai lavoratori del coordinamento dei portuali per impedire lo sbarco di merci provenienti da Israele come forma di boicottaggio politico-economico in segno di protesta contro la guerra nella Striscia di Gaza. Alla “tendata”, che in questi giorni si è trasferita al varco Zara, si alternano non solo operai portuali ma anche tanta gente comune.
La protesta è iniziata il 24 settembre per impedire l’attracco della Slnc Savern, nave che trasportava mezzi e materiali israeliani destinati alle basi americane in Italia e che è stata costretta a dirigersi altrove. E in queste ore prosegue contro l’arrivo in porto della portacontainer “Virginia” della compagnia israeliana Zim. Dopo che i portuali hanno annunciato di non essere disponibili a scaricare a terra le merci, la nave si trova ancorata al lago dell’isola di Gorgona.
“Stiamo cercando di portare avanti un’azione anche simbolica, però importante di boicottaggio” spiega a Novaradio Giovanni Ceraolo, rappresentante Usb del coordinamento portuali: “Questa è un’azione che per quanto ci riguarda, se ci fosse un governo normale con un minimo di buon senso di fronte a quello che sta succedendo a Gaza e di fronte alla minaccia reale nei confronti dei nostri concittadini che sono in questo momento sulla Global Flotilla, dovrebbe fare il Governo”. “Quello che non sta facendo il governo – aggiunge – stiamo cercando di farlo noi, cioè di mettere pressioni e dire che in questo in questa fase, secondo noi è giusto corretto anche da un punto di vista etico e morale non intrattenere rapporti con uno stato genocida come quello di Israele”.
Una protesta in cui i lavoratori livornesi non si sentono né soli né isolati: “Questa protesta non è partita da Livorno: ci sono i lavoratori del porto di Genova che stanno facendo la stessa cosa; nel porto di Ravenna si è avviato anche lì un movimento di lavoratori portuali e l’auspicio è quello che che tutti i porti avvino una campagna di boicottaggio come quella che stiamo facendo a Genova e a Livorno”.
Quello che invece è mancato, lamenta Ceraolo, è un sostegno concreto da parte delle istituzioni: “Sarebbe importante che facessero qualcosa di concreto. Finora diciamo abbiamo visto tanti annunci di boicottaggio e riconoscimento dello stato palestinese. Sarebbe importante che si passasse un po’ dalle parole ai fatti: già dare un sostegno chiaro e aperto ai lavoratori che stanno portando avanti questo tipo di lotte sarebbe già una cosa interessante. Oggi invece ci siamo svegliati con le istituzioni che iniziano a fare pressioni cercando di convincere i lavoratori a desistere”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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