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Oasi della Querciola, ancora un incendio: “Qualcuno che ce l’ha con il Parco o con Legambiente, ma noi andiamo avanti” – ASCOLTA

today28/10/2025

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    Stefano Mattii, Legambiente Sesto Fiorentino, 28 ottobre 2025

SESTO FIORENTINO (FIRENZE)  – Ancora un incendio nell’area del parco della Piana: questa volta ad andare a fuoco, poco prima delle 21 di domenica sera, sono state alcune rotoballe in un casale in via di Focognano, poco lontano dal casello di Firenze nord. Il rogo è stato spento ai Vigili del fuoco, ma fortissima rimane la preoccupazione: da inizio giugno sono stati 15 i roghi che hanno interessato la zona – in totale 20 gli ettari percorsi dal fuoco.

Tutti si sono verificati dentro o nelle immediate vicinanze – come l’ultimo – dell’oasi della Querciola, area naturalistica umida importante per l’avifauna locale e per gli uccelli migratori, parte della rete Natura 2000 area Sic – sito di interesse comunitario Stagni della Piana fiorentina, e cuore del futuro parco agricolo della Piana.

La scorsa settimana Legambiente Toscana, che gestisce il parco, ha presentato una denuncia formale contro ignoti al comando dei carabinieri forestali di Firenze. Anche anche la Lipu Toscana ha espresso “forte preoccupazione per l’attacco al parco della Piana”. Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ha chiesto alla Prefettura a convocazione di un COSP.

“Non abbiamo la più pallida idea di chi possa essere a dare fuoco così intensamente accanto proprio sull’area naturale” dice a Novaradio Stefano Mattii, presidente del Circolo Legambiente Sesto Fiorentino: “Tutti questi 15 episodi fanno pensare a qualcuno che ce l’ha con Legambiente, ce l’ha con il parco per qualche motivo, però saranno poi gli inquirenti a dire cosa è successo e chi è il colpevole”.

Nonostante i danni, tra cui tre capannoni bruciati, l’Oasi rimane aperta alle visite in un periodo particolarmente propizio per l’osservazione naturalistica: “Noi andiamo avanti, non ci facciamo interrompere e ricostruiremo i capanni al meglio e più belli di prima per far arrivare ancora più gente all’Oasi, per far scoprire la natura. Pensiamo, per esempio, ai Cavalieri d’Italia che partono dall’Africa e vengono qua, nidificano, fanno i piccoli e ritornano in Africa. E si può vedere tutto a 5 minuti da casa”.

Scritto da: Redazione Novaradio