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Manifattura del Casentino “apre” alla CIG in deroga. Cgil Arezzo: “Serve un progetto di rilancio sostenibile e di filiera” – ASCOLTA

today17/11/2025

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    Alessandro Tracchi, segr. Cgil Arezzo – 17 novembre 2025

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BIBBIENA (AR) / FIRENZE – Finalmente una buona notizia per la Manifattura del Casentino, storica azienda con sede a Soci e produttrice del famoso “panno del Casentino”, particolare tessuto di lana arricciata che uno dei simboli della produzione tradizionale toscana. Venerdì scorso nella riunione del tavolo di crisi convocato dalla Regione l’azienda – in crisi dal 2022 e ora in liquidazione – ha accettato di ritirare la procedura di licenziamento collettivo di tutti e 13 i dipendentiannunciata ad ottobre, e acconsentire all’apertura di una fase di CIG  in deroga – di sicuro fino a febbraio, ma prolungabile fino a novembre 2026 se il governo rifinanzierà i fondi.

Un periodo questo, che dovrà servire a trovare nuovi soggetti interessati a rilevare e rilanciare l’azienda: “Questo nuovo scenario, su cui hanno concordato tutti i protagonisti del tavolo – spiega la Regione – consentirà adesso di avviare una fase di interlocuzioni per verificare la concreta possibilità di interventi da parte di nuovi investitori, consentendo al contempo di mitigare l’impatto occupazionale e sociale della situazione sui lavoratori coinvolti”.

“Ci apriamo a un tavolo di confronto per con tutti i soggetti che si vorranno avvicinare e che hanno l’intenzione di salvaguardare questa esperienza. Come e con chi, attraverso quale percorso – dice il segretario Cgil Arezzo, Alessandro Tracchi – ancora è del tutto inimmaginabile poterlo ipotizzare.

“Questo periodo, oltre a mettere in salvaguardia i lavoratori – aggiunge – ci deve impegnare a ragionare sulla filiera e eventualmente a capire laddove ci fossero possibili interessati. I problemi dell’azienda sono intanto la grande crisi che sta affrontando la moda. In più è un’azienda che viene sempre da un percorso abbastanza particolare e gravato da quelli che nel tempo sono stati gli squilibri della stessa impresa” e cioè i fallimenti passati di Manifattura Casentinese e del Lanificio di Soci”.

“Ci vuole sicuramente sostenibilità di impresa – dice ancora – e quindi un progetto che permetta a questa azienda di stare in un mercato, chi aiuta in modo diretto o in modo indiretto a partire anche da tutta la filiera produttiva perché Manifattura del Casentino è quella che conferisce al tessuto colore e il particolare ricciolo, ma poi la realizzazione del cappotto e la commercializzazione, il marketing e la vendita sono fasi che non stanno dentro la Manifattura del Casentino. Bisogna trovare il modo di sopperire a tutte queste debolezze che impediscono a questo patrimonio di poter starne il mercato e creare, quella continuità e quella sostenibilità che permette all’impresa di continuare a produrre il panno”.

Scritto da: Redazione Novaradio