Cultura

Al Teatro delle Arti tre spettacoli per raccontare la violenza, le sue ombre e le sue possibilità di riscatto – ASCOLTA

today25/11/2025

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    Francesco Giorgi, direttore del Teatro


FIRENZE – Dal 21 al 28 novembre Il Teatro delle Arti di Lastra a Signa dedica un trittico di appuntamenti al tema della violenza e, in particolare, alla violenza contro le donne.

Tre spettacoli diversi per linguaggio, estetica e provenienza artistica, ma uniti dalla volontà di trasformare la scena in uno spazio di consapevolezza civile e di responsabilità collettiva. La rassegna si inserisce all’interno di “A Teatro Aperto”, l’altra stagione del Teatro delle Arti, che ospita visioni urgenti, drammaturgie contemporanee e nuove forme di ricerca.

“Con questa trilogia di spettacoli abbiamo scelto di trasformare il Teatro delle Arti in uno spazio di ascolto e responsabilità. La violenza – e in particolare la violenza contro le donne – non è un tema da celebrare una volta l’anno, ma una realtà che attraversa le nostre comunità ogni giorno, spesso in silenzio. Il teatro ha il dovere di rompere quel silenzio: di dare voce, di aprire conflitti, di offrire strumenti per comprendere e per reagire. Portare sul palco queste storie significa affermare che la cultura può e deve essere parte attiva del cambiamento. Ci auguriamo che il pubblico senta questi tre appuntamenti come un invito a guardare la realtà con più consapevolezza e con più coraggio”, dichiara Francesco Giorgi, direttore del Teatro delle Arti.

Dopo il primo appuntamento il 21 novembre con “L’Ultima Ora”, il 25 novembre alle 21 va in scena “Sputo”, produzione Agave Teatro. Un “antimonologo” che intreccia esperienza personale e voce collettiva, un rito teatrale che chiama il pubblico a guardare negli occhi la realtà della violenza e a riconoscere la possibilità di un nuovo inizio. Venerdì 28 novembre alle 21.00 in scena “Mercoledì delle ceneri”,  della compagnia Fort Apache Cinema Teatro, l’unica compagnia stabile in Italia ed Europa composta da attori ex detenuti del carcere di Rebibbia, oggi professionisti del cinema e della scena. Da quasi vent’anni, sotto la guida di Valentina Esposito, porta avanti un lavoro unico tra teatro, inclusione sociale e ricerca artistica.

Lo spettacolo racconta un paese di provincia attraversato da Carnevale: cortei, maschere, pupazze bruciate, riti ancestrali. Una festa che diventa metafora di una comunità intera “in maschera”, complice e crudele, segnata da un antico fattaccio mai davvero elaborato. Le violenze domestiche e sociali si ripetono come le stagioni, come il Carnevale stesso. Un racconto sulla fragilità maschile, sulla rabbia, sulla violenza che nasce dal non sapersi perdonare. Un’esperienza unica in Europa, un privilegio averli con noi.

Scritto da: Redazione Novaradio