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Cultura a Km0 - 22 dicembre 2025
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Ilaria Agostini, ric. Beni Culturali Università Bologna – 2212205
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FIRENZE – “Queste sono grandi trasformazioni, non è normale amministrazione: ci sarebbe dovuta essere sicuramente una variante per per cambiare la destinazione d’uso” ma “non ho trovato documenti su un’approvazione di una variante urbanistica che dovrebbe precedere il cambio di destinazione d’uso da direzionale privato a turistico ricettivo”.
E’ perplessa, ma non del tutto sorpresa Ilaria Agostini, ricercatrice in Pianificazione e progettazione urbanistica presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna; è docente nel corso di dottorato in Ingegneria dell’architettura e dell’urbanistica della “Sapienza” di Roma, di fronte alla vicende dell’ampliamento del Four Season di Firenze all’ex Villa Ruspoli / liceo Castelnuovo, con tanto di piscina a sfioro sul tetto e giardino pensile resa nota da Novaradio.
“Mi sembra che il piano strutturale, cioè l’amministrazione pubblica – dice – non abbia agito in maniera efficace contro il proliferare di queste strutture, che poi sono strutture che vanno a che che ospiteranno nomadi globali .Il piano strutturale non ha non ha opposto degli ostacoli, un freno a tutto ciò, anzi lo ha addirittura favorito. l’abbiamo visto con il caso dell’ex Comunale, o ora nel caso di Montoliveto, dove si faranno residenze di lusso”.
Ma come è possibile che modifiche così importati siano passate attraverso una Scia per ‘edilizia leggera’? “Il piano strutturale, il regolamento urbanistico ha creato due binari” spiega Agostini. “Da una parte ci siamo noi, normali cittadini, che abbiamo mille difficoltà se vogliamo mettere un pannello solare sul tetto, allargare la finestra del bagno. E dall’altra ci sono le grandi aree di trasformazione – come San Gallo, come è stato il Teatro comunale o Costa San Giorgio – che hanno effettivamente una normativa speciale, praticamente una deregolamentazione per cui fanno un po’ quello che vogliono. Già c’è una ‘serie A’ e una ‘serie B’ – aggiunge – poi nel 2018 / 2017 una variante all’articolo 13 del regolamento urbanistico che prevede l’annullamento dell’obbligatorietà del restauro sugli edifici storici a Firenze” fino ad arrivare a permettere la categoria più invasiva, cioè la “ristrutturazione con demolizione. Nel caso dell’edificio di Villa Ruspoli, che è un edificio ante 1945 del centro storico, ci sono delle limitazioni: non si può arrivare alla demolizione, come invece si può fare sui beni culturali tutti”.
“Ma quello che a me salta all’occhio, al di là della procedura urbanistica – sottolinea l’urbanista Agostini – è questo ennesimo episodio di ‘city grabbing’, cioè di accaparramento della città, un processo classico del capitalismo estrattivo”. “Una colonizzazione che mette in valore la rendita e lo porta via”, dato che il Four Seasion “è della famiglia reale del Qatar, dei fondi sovrani. La conquista del valore si associa poi alla conquista del potere sulle trasformazioni urbane, cioè ci espropriate del potere di gestire le trasformazioni”. “Inoltre – sottolinea – il For Season va a cadere in un quartiere che è già già strapieno di alberghi. Abbiamo vicino alla Questura in Via San Gallo The Hoxton, la catena del Colosseo londinese Ennismore, che gestisce 120 hotel per più di 20.000 camere, tra cui ’25 H’ in in Via Palazzuolo al Monte dei Pegni. Cioè questo Avete idea della potenza di una contrattazione pubblico-privato Certo che può avere?”.
Ma come fare a a contrastare questa espansione proprietaria? “Si contrasta con la presenza di funzioni sociali nella città. Se il piano non pianifica in favore della città pubblica, i grandi proprietari trovano un deserto, e la colonizzano. ci mettono i ghetti per ricchi che si espandono e espellono i residenti. Gli anticorpi si creano in una città più uguale, dove il diritto alla città, pari opportunità, eccetera, sia effettivamente praticabile e adeguatamente goduto. Hai voglia te a smettere la piccola norma, qui è una questione di politica urbana generale, cioè a Firenze non si è perseguito questo tipo di obiettivo politico. Sin dalle grandi dismissioni degli anni ’90, quando quando le caserme si svuotavano, quando l’università si allontanava dalla città, questo svuotamento non è stato preceduto da una seria pianificazione. Si sono lasciate delle occasioni, si sono perdute delle occasioni di riconfigurare la città per dare in mano a privati, a squali, la possibilità di accaparramento della rendita e di esportazione di valore”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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