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Anche PaP contro la tramvia: “Troppe criticità, serve una moratoria”

today22/01/2019

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FIRENZE – Si fermi l’iter per la realizzazione delle nuove linee del tram a Firenze, che presentano criticità “talmente grandi e gravi da farne ritenere opportuno l’abbandono”, e si avvii “una vera progettazione del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile”.

A chiederlo è la consigliera di Potere a Popolo di Firenze, Miriam Amato, insieme a Tiziano Cardosi del Comitato no tunnel tav e Alberto Ziparo, docente all’università di Firenze: una moratoria, si spiega, a partire dalla linea Strozzi – Libertà – San Marco”  la cui realizzazione dovrebbe iniziare nel secondo semestre 2019.

Ma cos’è che non va nei progetti? Innanzitutto la frettolosità della progettazione, accelerato “solo per rientrare nei tempi delle richieste dei finanziamenti alla UE” e per assicurare “la continuità degli accordi e dei contratti con Tram spa” prima delle elezioni comunali della prossima primavera. Sotto accusa anche lo strumento del project finanacing “totalmente sbilanciato a favore del soggetto privato”, l’assenza di una procedura di  VIA (valutazione di impatto ambientale), sostituita da una semplice VAS (valutazione ambientale strategica) che impedisce di fare serie e concrete valutazioni degli impatti di queste infrastrutture. Infine, la mancanza di un piano della mobilità.

Non meno problemi presenta la linea 3.2, ancora allo stato di progetto, destinata a collegare Firenze con Bagno a Ripoli: per la previsione si spiega, di un nuovo ponte sull’Arno (all’altezza della zona di Bellariva) che produrrà “inevitabili ingorghi”, ma anche il taglio delle alberature lungo i viali di circonvallazione, da piazza della Libertà ai lungarni del Tempio e Colombo,  e nel viale Giannotti. E ancora “l’impatto invasivo delle tranvie in sede esclusiva sui viali.

Un’altra tramvia, insiste Cardosi, “scollegata dal sistema ferroviario”: al posto del  parcheggio scambiatore e del deposito dei tram, per intercettare i flussi di auto dal Valdarno e dalla Valdisieve si potrebbero istituire nuovi treni cadenzati  e poi elettrificare l’anello della Faentina e Valdisieve.

“E’ il momento di fermarsi con queste nuove tramvie – concludono Amato, Cardosi e Ziparo – scegliendo sistemi di trasporto alternativi e non invasivi, come ad esempio gli autobus elettrici in corsie protette, realizzabili nell’arco di una giornata con cantierizzazione e costi minimi a differenza dei binari delle tramvie”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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