ROMA – Arriverà domani all’Istituto Superiore di Sanità, con 47mila dosi in consegna, il primo carico di vaccini della casa farmaceutica Moderna destinato all’Italia. Per questo primo lotto si sta valutando l’ipotesi di una consegna alle Regioni ‘virtuose’, ovvero quelle che in questa fase riescono a smaltire, attraverso un numero elevato di somministrazioni, più rapidamente le dosi
Tra queste c’è anche la Toscana, che in base agli ultimi dati ha somministrato l’85,5% delle dosi finora assegnatele (davanti ci sono solo Campania, Umbria e Veneto).
Ma non mancano anche nella nostra Regione i dibattiti, e gli spunti polemici, sulle modalità gestione della fase vaccinale: il sindacato degli infermieri Nursind lamenta come siano stati esclusi dalla prima fase vaccinale gli operatori della sanità territoriale: operatori del 118, Usa, infermieri di famiglia e di continuità. I medici di famiglia, da parte loro, chiedono di essere vaccinati il prima possibile per poi poter a loro volta vaccinare, e invitano a dare la precedenza agli anziani che abbiano già fatto la vaccinazione antinfluenzale.
La Toscana intanto continua a spingere sulle cure anti-covid anche sul fronte degli anticorpi monoclonali, una via complementare e non alternativa ai vaccini: gli Anticorpi monoclonali infatti servono alla cura di chi si è già infettato, per evitare conseguenze severe della malattia. Su questo sta lavorando da mesi a Siena la Fondazione Toscana Life Sciences – i primi potrebbero essere sul mercato a partire da marzo-aprile – che oggi annuncia con l’Agenzia Industrie Difesa di aver stretto un’alleanza, che coinvolgerà anche lo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze, per la creazione di un polo italiano sugli Amc. Obiettivo: produrre, sia in condizioni ordinarie che nell’emergenza, farmaci e vaccini essenziali per rispondere a eventuali pandemie, come gli anticorpi monoclonali sviluppati da Tls, oppure alcuni antidoti” .
