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Un pezzo di Toscana nel Nobel per la fisica 2017

today03/10/2017

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TOSCANA – Profuma anche di Toscana l’assegnazione del premio Nobel per la Fisica 2017 assegnato Kip Thorne, Barry Barish e Rainer Weiss per la scoperta delle onde gravitazionali.

L’accademica di Svezia ha attribuito il riconoscimento agli studiosi per il  contributo teorico e nell’elaborazione dei sistemi di rilevazione che hanno permesso la scoperta, citando anche due enormi interferometri – composti da due tunnel a “L” lunghi 4 chilometri – appositamente realizzati per la ricerca: il LIGO negli Stati Uniti e il VIRGO realizzato dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare nella pianura di Cascina.

Ecco perché la notizia è stata accolta da un applauso e un brindisi nella sede romana dell’INFN. “Questa volta è stata premiata la globalità della scienza” ha detto il direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), Federico Ferrini, dedicando il brindisi al papà del rivelatore Virgo, Adalberto Giazotto.

Nato dall’idea lanciata a meta’ degli anni ’80 da Giazotto e Alain Brillet, Virgo fa parte dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), fondato nel 2000 dall’Italia, con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dalla Francia, con il Consiglio nazionale della ricerca scientifica Cnrs. La sensibilità del rivelatore è stata aumentata grazie alla nuova versione di Virgo (Advanced Virgo), che ha appena concluso la prima fase congiunta di osservazione con Ligo: i due rivelatori hanno lavorato insieme come un unico, potentissimo strumento.

Ma cosa sono le onde gravitazionali? La loro esistenza era stata ipotizzata da Albert Einstein nella sua teoria della relatività: si tratta dell’energia prodotta da alcuni macro-fenomeni spaziali, come la fusione tra i buchi neri o le esplosioni di supernove, che generano – come un sasso lanciato in acqua – delle increspature nello spazio-tempo, invisibili ad occhio nudo.

Nel caso specifico, quelle di cui per la prima volta è stata annunciata l’osservazione nel 2016 sono state generate dalla fusione due buchi neri situati a 1,3 miliardi di anni luce da noi, ruotanti l’uno intorno all’altro in una spirale sempre più stretta che alla fine li ha portati a collidere, collassando in un unico buco nero dalla massa pari a 62 volte il nostro Sole: un “crunch” che ha liberato un’enorme energia, capace di deformare in modo massiccio lo spazio (e il tempo) circostante, e giungere fino a noi sotto forma di onde, per l’appunto, gravitazionali.

A settembre del 2015, gli osservatori ne hanno rilevato il passaggio e il “rumore” della collisione (chirp). Proprio il LIGO nel 2015 ha identificato per la prima volta le onde: Virgo, pur avendo avuto un ruolo secondario, ha comunque elaborato e verificato i dati raccolti.

Scritto da: Redazione Novaradio


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