BRUXELLES – La Toscana è disposta a fare la sua parte rispetto all’mergenza immigrazione, ma secondo un modello organizzativo, quello basato sui piccoli centri di accoglienza sparsi nel territorio. Enrico Rossi, governatore uscente e ricandidato per un secondo mandato, assicura al Viminale piena collaborazione nel fronteggiare l’arrivo delle migliaia di migranti ma ribadisce la propria contrarietà a creare in Toscana dei mega-centri di raccolta per porfughi e richiedenti asilo destinati ad arrivare, 7-800 sono quelli attesi solo nei prossimi giorni.
“Dicemmo queste cose a Maroni nel 2011, le diciamo anche a Alfano” ricorda Rossi, che avverte: “La via breve di ammassare centinaia di persone può funzionare solo per pochi giorni, poi bisogna che il territorio sia mobilitato a trovare soluzioni diverse”. “Se il governo vuole andare avanti con le prefetture e con i bandi di gara per gli alloggi, noi siamo contrari” ribadisce Rossi: “Se si pensa di aprire grandi contenitori per l’accoglienza degli immigrati, siamo decisamente contrari, perché ghettizza ed emargina. Il modello che abbiamo adottato nel 2011 prevede piccole risposte, sparse e frammentate, con l’impegno dei sindaci un protagonismo dei territori e del volontariato, che questa volta si è cercato un po’ di aggirare”.