SIENA – Proseguono le trattative tra Mise, MPS e Unicredit sull’ipotesi di cessione della storica banca senese passata sotto il controllo dello Stato dopo il crack dell’affaire Antonveneta. Mentre si avvicina il termine del 31 ottobre indicato come termine ultimo, i sindacati dei lavoratori – in stato di agitazione da fine agosto, quando è emersa l’ipotesi di “spezzatino” e una quota di esuberi pari a 5/6.000 dipendenti – passano al contrattacco: in risposta all’annuncio dell’azienda di un ulteiore taglio agli sportelli e dello spostamento di circa 270 lavoratori alla società di backoffice “Fruendo”, hanno presentato un ricorso per comportamento sindacale.
“Sulla trattativa con Unicredit continuiamo ad apprendere le notizie dai giornali senza che nessuno abbia convocato le rappresentanze sindacali, e l’azienda manda direttamente ai dipendenti mail in cui assicura” dice Federico Di Marcello, Fisac Cgil Mps. “Un comportamento inaccettabile, vogliamo che il ministero ci convochi quanto prima”