TOSCANA – All’indomani dell’incontro a Roma tra Ministro delle Difesa, Arma dei Carabineri, governatore Giani e sindaco pisano Conti, si chiariscono meglio i contorni del nuovo percorso che le istituzioni intendono intraprendere sul progetto di realizzare una struttura per i reparti speciali di carabinieri: GIS, Tuscania e nucelo cinofili e il nuovo reparto di tutela della biodiversità. Il comunicato congiunto uscito ieri parla dell’istituzione di una “tavolo operativo composto da task force” di tutti i soggetti per “individuare ipotesi alternative al centro polifunzionale di 70 ettari, riallocando sul territorio le funzioni dei vari reparti dei carabinieri, ma al di fuori del Parco, a eccezione del borgo di Coltano che potrà essere inserito nel progetto attraverso rigenerazione urbana degli immobili di proprietà pubblica”.
Ma cosa significa? Il governatore Giani, secondo cui sulla vicenda “ha funzionato la politica”, oggi ha chiarito meglio l’intendimento della Regione: fuori dal parco la realizzazione del nuovo centro per i reparti speciali dei Carabinieri per ospitare le “attività di istruzione e formazione dei Gis”: per questa “eco-strittura”, come la definisce Giani, la regione punta a proporre l’ex area industriale di Ospedaletto (30 ettari circa). Ma un intervento è previsto anche all’interno del Parco, collocando alcune funzioni nelle strutture storiche intorno al borgo di Coltano: “Un progetto che va dalla palazzina Marconi, il centro radar da cui partirono le prime onde radio della storia dell’umanità, le stalle del Buontalenti, di proprietà regionale che noi mettiamo a disposizione, e poi la villa medicea dove può esserci un’area di studio”.
Se dunque l’ipotesi di una struttura da 440 mila metri cubi all’interno del Parco sembra scongiurato, si concretizzano i timori di residenti e delle realtà politiche e associative di base riunite nel “Movimento No base né a Coltano né altrove”: che comunque le strutture storiche di Coltano, all’interno dell’area naturale protetta, passeranno nella disponibilità dell’Arma e quindi saranno sottratte ad una possibile valorizzazione ad uso pubblico ed ambientale. “Una presa in giro – dice a Novaradio Tiziana Nadalutti, del Movimento – a scapito delle comunità locali che ancora una volta non sono state minimamente coinvolte. Che c’entra la base con la riqualificazione del borgo? I 190 milioni di finanziamento si usino per altro, non per militarizzare ancora di più la città. Non no ci arrendiamo, a mobilitazione continua” aggiunge, ricordando l’appuntamento con la manifestazione convocata per il 2 giugno prossimo, Festa della Repubblica, proprio nell’area di Coltano dove potrebbe sorgere la nuova base.