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“Oltre le mura di Sant’Orsola”, è la mostra che riapre l’ex-convento che dal 2025 ospiterà museo, coworking e ristoranti – ASCOLTA

today06/06/2023

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    Morgane Lucquet Laforgue, curatrice della mostra e del futuro museo

 

FIRENZE – Aprirà nel 2025 il museo all’interno dell’ex monastero fiorentino Sant’Orsola, proponendo opere legate al passato del luogo e oggi custodite nei depositi, ma anche arte contemporanea. Il museo sarà gestito da una fondazione privata senza scopo di lucro, che verrà creata dal gruppo Artea, la società francese che sta lavorando alla riqualificazione del complesso dove sorgeranno anche una scuola d’arte e di design, ristoranti e caffè, botteghe di artigiani e atelier d’artisti, una foresteria, spazi di coworking. Obiettivo preservare la memoria e promuovere la creazione artistica contemporanea, invitando artisti affermati ed emergenti a dialogare con le tracce del suo passato.

In anteprima sulla riapertura del 2025 l’ex monastero torna visibile per un mese con  con la mostra “Oltre le mura di Sant’Orsola”, in programma dal 1° giugno al 2 luglio, con ingresso libero e visite guidate: un museo effimero, transitorio e destinato a trasformarsi. L’esposizione, curata da Morgane Lucquet Laforgue, responsabile del futuro Museo Sant’Orsola, si snoda negli spazi recentemente restaurati- le due chiese interne, la spezieria e il chiostro – e presenta i risultati della ricerca di due diversi artisti contemporanei: Sophia Kisielewska-Dunbar, londinese classe 1990 nonché prima artista del programma di residenza del museo Sant’Orsola, e Alberto Ruce, artista urbano siciliano di nascita e residente a Marsiglia. Entrambi hanno realizzato opere d’arte originali, ispirandosi alla storia del luogo e ad elementi del suo passato, cercando un dialogo con il presente.

“Questa è la prima mostra del futuro museo di Sant’Orsola”, ha spiegato a Novaradio Morgane Lucquet Laforgue, curatrice della rassegna e del futuro museo.

Per quanto riguarda i lavori all’edificio “la prima fase è finita, alla fine dell’anno possiamo iniziare la seconda fase” di riqualificazione e allestimento, ha spiegato Philippe Baudry, ceo di Artea.  “Il 51% dell’edificio – ha aggiunto – è per uso pubblico, come il museo, e il 49% è privato, per noi, e la difficoltà sta nel trovare un equilibrio finanziario. Ma il progetto corrisponde perfettamente alla filosofia che desideriamo sviluppare: un progetto culturale con un po’ di business per pagare l’investimento”. Baudry ha poi detto che l’auspicio è di riuscire a finire i lavori nel 2025 con un investimento di circa 30 milioni.

Scritto da: Redazione Novaradio


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