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Referendum 8-9 giugno. Un “sì” contro i licenziamenti ingiusti nelle PMI e la ricattabilità dei lavoratori – ASCOLTA

today05/05/2025 4

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    Speciale Novaradio su Referendum 8-9 giugno – Piccole imprese: licenziamenti e indennità – Elena Aiazzi (Cgil Firenze) e Martina Niccoli 5 maggio 2025

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Un “sì” contro la libertà di ricorrere licenziamenti ingiusti o senza giusta causa nelle piccole e medie imprese, e per ridurre la ricattabilità dei dipendenti di fronte ai datori di lavoro. Tra i 5 referendum cui saremo chiamati al voto l’8 e 9 giugno prossimo ce n’è anche uno, il quesito n.2, intitolato “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale”. Il referendum propone di abrogare le norme della legge 50/ – per effetto delle legge Fornero e della riforma del “Jobs Act” – fanno sì che, nelle imprese con 15 dipendenti o meno, in caso di licenziamento ingiusto, al lavoratore possa essere concesso un risarcimento di 6 mensilità al massimo (salvo casi eccezionali di dipendenti da oltre 10 o 20 anni).

“La conseguenza – spiega stamani a Novaradio Elena Aiazzi, della segreteria Cgil Firenze – è che il prezzo da pagare per le imprese è così basso non c’è alcuna deterrenza nel ricorrere a licenziamenti ingiusti, mentre i lavoratori sono in stato di forte soggezione. Tra l’altro l’illegittimità di questa norma è stata evidenziata anche da una recente sentenza del 2022 della Corte Costituzionale, che aveva invitato il legislatore a modificarla”.

Il meccanismo che il referendum intende spezzare è evidente in quel che è successo a Martina Niccoli, impiegata amministrativa di una piccola azienda del fiorentino, che a Novaradio racconta : “Avevo un contratto di apprendistato quando sono stata licenziata senza alcun motivo giustificato. Ho fatto causa all’azienda con il sostegno della Cgil, ma essendo stata assunta da solo un anno e mezzo, il risarcimento è stato pari a sole due mensilità. Con delle norme più severe in tema di risarcimenti, il ricorso a questi risarcimenti sarebbe molto ridotto”.

Nel caso in cui il prevalesse il “sì” al quesito n.2 del referendum, verrebbe ripristinata la normativa precedente che prevede, in caso di licenziamento illegittimo, la reintegra nel posto di lavoro, oppure un risarcimento deciso dal giudice in base al contesto specifico.  “Obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite” dice ancora Aiazzi che aggiunge: “Questo quesito va letto in stretta connessione con i quesiti n.1, che elimina la libertà di licenziamento ingiusti per il lavoratori assunti con ‘contratto a tutele crescenti’ del Jobs Act reintroducendo la possibilità di reintegra del posto di lavoro, e il quesito n. 3 che elimina la possibilità di ricorrere a contratti a termine ‘senza causa’ fino a 12 mesi che alimentano il lavoro precario”.

Scritto da: Redazione Novaradio