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Ricorso contro le legge fine vita toscana, Ass. Coscioni: “Ipocrisia del governo, è un atto di tortura verso i malati” – ASCOLTA

today12/05/2025

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    Filomena Gallo, Segretaria Ass. Coscioni, 12 maggio 2025

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TOSCANA – Continua a far discutere la decisione del governo di impugnare la legge toscana sul cosiddetto “fine vita”, o più propriamente le norme sul suicidio medicalmente assistito che il Consiglio Regionale ha licenziato a fine gennaio che fissano modalità e tempi certi con cui i malati che ricadono nella particolare condizione fissata dalla Consulta (piena capacità di intendere, malattia terminale, sofferenze insopportabili, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale), possono far richiesta alle Asl di competenza di attivare l’iter e accedere all’assistenza medica specializzata e alla fornitura del farmaco letale necessario, entro al massimo 37 giorni.

Motivo della decisione del Coniglio del Ministri di adire alla Consulta, è il “difetto di competenza” della legislazione regionale. La Toscana, questa la tesi del governo, non avrebbe avuto la competenza per intervenire in materia, riservata invece ad una legge dello Stato. Il governatore toscano Eugenio Giani e la maggioranza che lo sostiene invece rivendicano la scelta di approvare la legge. “Paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il Governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte costituzionale” ha detto Giani: “Difenderemo con determinazione la nostra legge, certi di aver agito nel rispetto della legalità, della Costituzione e, soprattutto, delle persone”.

Al di là delle dichiarazioni politiche, dagli ambienti della Regione emerge una certa tranquillità sulla solidità dell’impianto giuridico della legge, forti anche delle recenti sentenze della Corte Costituzionale in materia: in primis la “sentenza Cappato” (la 242 del 2019) ma anche la più recente sentenza 135 del 2024, che ha ampliato l’applicazione dei “trattamenti si sostegno vitale”.

Della stessa opinione Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, da cui è partita la raccolta firme per una legge regionale di iniziativa popolare che poi si è stata assunta come schema base della legge toscana: “Da un lato il governo chiede maggiori competenze per le regioni, dall’altro le nega nell’unica materia di competenza regionale, ossia l’organizzazione sanitaria. Questa legge altro non fa che rispettare le proprie competenze sulla base della sentenza della Consulta che impone al SSR di verificare le condizioni e i requisiti della persona che fa richiesta”. “Hanno fatto – aggiunge Gallo – la stessa cosa che fecero quando si parlo del caso di Luana Englaro, quando il governo cercò di andare contro una sentenza della Corte che confermava quel che è garantito nella Costituzione. E’ una grossa ipocrisia questo modo di agire: ogni volta che si tratta di libertà e diritti, il governo ha qualcosa da ridire in contrario”. “Il Parlamento altro non fa che rinviare, è palese che non vuole affrontare la tematica, e vuole bloccare anche la sentenza della Corte, ma quella non si può bloccare”. Il problema è che, con la sola sentenza della Corte, i tempi si dilatano: “Le persone attendono da 3 mesi a 2 anni, questa azione è una vera tortura nei confronti dei cittadini, violare i diritti fondamentali”.

Scritto da: Redazione Novaradio