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Strage Georgofili, a 32 anni di distanza i familiari: “Non c’è memoria senza verità e la vicenda dei Georgofili è ancora in parte aperta” – ASCOLTA

today23/05/2025

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    Luigi Dainelli, presidente associazione vittime della strage dei Georgofili

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    Daniele Gabbrielli, vicepresidente associazione vittime della strage dei Georgofili

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    Eugenio Giani, presidente della Toscana

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    Annamaria Frustaci, sostituto procuratore DDA Catanzaro

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FIRENZE – “La mafia ha messo le bombe, però qualcuno l’ha aiutata e noi siamo sempre preoccupati che chi è rimasto nell’ombra, possa di nuovo agire o comunque prendere esempio dalle vicende di 30 anni fa per tentare di inquinare la vita democratica del nostro Paese”. Lo ha detto oggi a Firenze Daniele Gabbrielli, vicepresidente dell’associazione vittime della strage dei Georgofili a margine dell’evento Unaezeroquattro organizzato dalla Regione Toscana in occasione del 32/o anniversario dell’attentato avvenuto la notte del 27 maggio 1993.
“Noi stiamo lavorando tantissimo sulle scuole – ha aggiunto – Ci rendiamo anche conto che più il tempo passa, più è fondamentale questo aspetto. Però non può essere semplicemente un ricordo, deve essere anche legato al discorso che non c’è memoria senza verità. E quindi ricordiamoci che nonostante i 32 anni, la vicenda dei Georgofili è ancora in parte aperta”.

“Ci sforziamo di fare memoria e vedere di ricordare quello che è successo, non perché non accada più, perché mi sembra un po’ retorico – ha quindi spiegato il presidente dell’associazione, Luigi Dainelli, cognato di Fabrizio Nencioni, una delle vittime con tutta la sua famiglia, la moglkie Angela, le figlie Caterina e Nadia – Speriamo ovviamente di no, ma non dipende certo da quello che facciamo noi. Intanto sarebbe bene conoscere la verità fino a fondo. Noi abbiamo la verità penale, giuridica. Quella storica la sappiamo, ma non la vogliamo riconoscere perché ci vogliono prove Non bastano i pentiti che hanno parlato o atti anche dei processi dove c’è il nome e cognome di persone coinvolte. Se si pensa che il presidente della Repubblica nel trentesimo anniversario disse che le stragi del 1993 erano successe grazie anche a una parte di Stato deviato che aveva collaborato. Più esplicito di così non poteva essere”.

Da quanto accaduto il 27 maggio del 1993, “la Toscana ha tratto la lezione, l’indicazione di tenere alta la guardia contro la mafia, la criminalità organizzata, consapevoli che nel nostro territorio, di per sé lontano da questa realtà, c’è sempre il tentativo di infiltrazione”, è quanto ha dichiarato oggi il presidente della Toscana Eugenio Giani, presente all’iniziativa.

“Oggi assistiamo ad un cambiamento epocale della mafia e dobbiamo essere pronti ad affrontarlo”, spiega Annamaria Frustaci, sostituto procuratore delle dda di Catanzaro ospite della giornata.

Scritto da: Redazione Novaradio