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Emergenza caldo e lavoro, l’allarme della Cgil: “Basta chiacchiere, servono ordinanze urgenti e tavoli territoriali su regole e coperture” – ASCOLTA

today04/07/2025

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    Monica Stellone, CGIL Toscana, 4 luglio 2025

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FIRENZE –  Domani ancora codice rosso per caldo a Firenze. E’ il decimo giorno consecutivo di temperature meteo roventi sul capoluogo toscano. E mentre anche il resto d’Italia è stretta dalla morsa del caldo e dell’afa (oggi 20 città con bollino rosso), il governo annuncia di voler mettere mano ad una normativa che permetta di regolamentare la sospensione del lavoro nelle ore più calde della giornata prevedendo una speciale cassa integrazione guadagni.

E se le polemiche intorno alla proposta “choc” di Glovo che offriva dei bonus dal 2 al 10% per i fattorini disposti a fare le consegne sotto la canicola hanno indotto la multinazionale a fare retromarcia, la quotidianità parla chiaro: nei cantieri, per le strade, nelle aziende e nei campi, i manovali, rider, gli artigiani e operai agricoli continuano a lavorare.

Tutto questo nonostante che molte regioni, compresa la Toscana, abbiano varato delle ordinanze in merito alla sospensione del lavoro nelle ore più calde, ci sono eccezioni e limitazioni. “In Toscana è stato firmato il protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche” dice Monica Stellone, Cgil Toscana, che aggiunge: “In Toscana avevamo già le fine di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare del 16 di giugno e poi un’ordinanza del presidente del 25 di giugno che si limitava a ai settori dell’agricoltura del florovivaismo, cantieri edili all’aperto e cave.  Rimangono fuori da questi provvedimenti i cantieri fatti con per somma urgenza come quelli di Protezione civile”.

Ma non solo. Esclusi dalla sospensione per caldo sono ad esempio anche i lavori delle “grandi opere” come la tramvia a Firenze: “C’è assolutamente questo paradosso e per questo sarebbe importante che l’ispettorato del lavoro, che l’INAIL, che i servizi di prevenzione facessero interventi veramente molto mirati e si andasse poi a determinare in un accordo territoriale” in cui chiarire quali opere sono comprese e quali no, “almeno per passare questo periodo di grande ondata di calore”.

Per questo la Cigl regionale lancia un appello le istituzioni e le associazioni di categoria ad accelerare la convocazione di tavoli in cui mettere nero su bianco le regole da seguire. “Il protocollo quadro nazionale deve avere attuazione” reclama Stellone: “Roma l’ha fatto, il sindaco di Roma è già intervenuto, e noi auspichiamo che ci sia una di potersi sedere ai tavoli rapidissimamente a livello territoriale o settoriale”, dice ancora Stellone, sottolineando che non si può aspettare  che esca il decreto attuativo e gli strumenti nazionali che mettono a disposizione ammortizzatori sociali per quei lavoratori che non li hanno: “Come i rider, che sono un altro dei paradossi: “Se i rider non lavorano, non riscuotono, perché non hanno la cassa integrazione per questo”.

Un altro dei paraddossi è quello che vive il lavoro in agricoltura. “Lì c’è  una situazione di sfruttamento, di lavoro nero, sommerso, lavoro grigio – spiega Stellone – ma c’è anche una situazione nel lavoro regolare proprio: i lavoratori regolari in agricoltura sono in Toscana solo per il 14% a tempo indeterminato, gli altri sono avventizi e non hanno la cassa integrazione. Solo quelli a tempo indeterminato ce l’hanno e la possano utilizzare solo a giornata giornate intere, 90 giornate nell’anno. Nel 2023 e nel 2024 L’Inps ha fatto una deroga e ha dato la possibilità di spezzarlo in due. Ad oggi ancora non c’è, ma soprattutto non c’è copertura per quei 58.000 lavoratori toscani regolari. Quindi pensiamo cosa accade agli irregolari. Che a quel punto sono chiaramente ancor più sotto ricatto e chiamati comunque a lavorare”.

Un po’ meglio va nell’edilizia: “Gli strumenti, cioè gli ammortizzatori sono il sostegno al reddito sono ‘agganciabili’ al raggiungimento dei 35 gradi, quindi vanno in cassa integrazione. Dopodiché ci sono tante intese per rimodulare gli orari, in accordo con gli RLS e in alcuni settori nell’artigianato anche con gli RLSD” dice ancora Stellone: “Per l’edilizia serve un accordo fatto con le associazioni di Confindustria, dell’industria e dell’artigianato, con le associazioni di settore, per rimodulare l’orario, declinare quali sono le condizioni, individuare una strumentazione per cui a brevissimo stiamo aspettando la convocazione. Le intese posson esser fatte per settore e territorialmente, con un’ordinanza mirata del Comune di Firenze o a livello regionale”.

L’appello più pressante è però all’esecutivo che nelle ore scorse ha promesso di intervenire: “Al governo chiediamo di fare subito il decreto attuativo e di mettere a disposizione delle risorse. E? inutile che la la ministra Calderone ci venga a dire che ci saranno altre la possibilità. A noi non servono più le parole, a noi servono atti concreti”.

 

Scritto da: Redazione Novaradio