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Stop alla guerra e sostegno alla “Flottilla”, domani torna l’ “Urlo per Gaza”. Collettivo ex GKN: “Impegnarsi tutti in pratiche concrete di contrasto al capitalismo di morte” – ASCOLTA

today03/09/2025

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    Dario Salvetti, Collettivo di fabbrica ex GKN, 3 settembre 2025

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FIRENZE – Mentre intorno a Gaza si stringe sempre più la morsa dell’IDF e Israele sta organizzando i riservisti in vista della vera e propria operazione di occupazione, non si fermano le iniziative sul territorio per chiedere lo stop al conflitto, la fine dell’assedio e del genocidio in atto. E così, dopo le manifestazioni di ieri a Prato e Firenze – dove ieri in una piazza Signoria silente sono stati letti i nomi di alcune migliaia di bambine e bambini rimasti uccisi nel conflitto – domani torna il flashmob rumoroso “Urlo per Gaza”, promosso da una rete di realtà cittadine proPal e dalla Brigata sonora del Collettivo ex GKN, dalle 20,30 in piazza Dalmazia, da cui partirà un corteo per le strade del quartiere.

Al centro della mobilitazione, non solo la generica opposizione alla guerra ma lo specifico sostegno a iniziative di contrasto e denuncia dell’azione militare israeliana, in primis la Global Sumud Flottilla che da più parti si sta muovendo in queste ore verso le coste siciliane per poi fare rotta verso Gaza, e la cui partenza da Genova è stata salutata da un corteo di non meno di 50.000 persone. “Nel momento in cui l’IDF e Israele si preparano a bloccare la flottiglia alzando addirittura il tiro delle minacce, siamo chiamati a chiederci quali sono i collegamenti tra il genocidio e l’economia che abbiamo tutti i giorni di fronte ai nostri occhi, e a reagire con altrettante pratiche” spiega Dario Salvetti, Collettivo di fabbrica GKN, che invita a rilanciare, ciascuno nel proprio ruolo, l’annuncio del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali di Genova, che si sono detti pronti a bloccare i porti se la Flottilla sarà attaccata: “Bisogna iniziare a dire che bisogna far partire le navi, io aggiungo far ripartire le fabbriche di pace come il progetto di reindustrializzazione dell’ex GKN e bloccare il genocidio, ma prendendo atto che il genocidio non è un evento folle e razionale e fa parte di un sistema economico che abbiamo di fronte agli occhi tutti i giorni”.  “Quello che accade in Palestina – aggiunge Salvetti – si lega a un’escalation bellica mondiale che è già in corso, e che sta già avvelenando tutta la nostra vita in termini di pratiche, di militarismo, di soldi, di risorse che vengono sottratte alla nostra vita per essere destinate alla morte”

La battaglia contro il capitalismo militarista e di morte che si traduce nell’opposizione alla guerra globale, per gli ex operai GKN del Collettivo si traduce nell’impegno, che da oltre 4 anni stanno perseguendo, nel dare una risposta industriale alternativa a quella della speculazione per il sito industriale di Campi Bisenzio. Molte le analogie, da punto di vista del Collettivo con la vicenda della Sumud Flottilla: “Due milioni di euro raccolti per la flottiglia in pochissimo tempo, tanta disponibilità, la mobilitazione dal basso e uno scarto, ahimè, tra le strutture ufficiali tali e la propulsione dal basso, che sono cose che ritroviamo anche nella vicenda ex GKN” dice Dario Salvetti. Ma il tempo logora la protesta. E se per certi versi alcuni passi in avanti sono stati fatti – vedi la nascita del Consorzio industriale della Piana e la nomina dei suoi vertici –  la vicenda continua ad non vedere una soluzione, e non c’è stato nemmeno ancora un incontro tra i vertici del Consorzio con la Soms Insorgiamo o la proto-cooperativa GFF, unica ad aver presentato un piano di rilancio: “Al momento non c’è stato ancora nessun audit ufficiale, ma siamo disponibili a mettere a disposizione tutta la tutta la documentazione del progetto industriale. Continuiamo ad essere molto preoccupati perché il passaggio chiave rimane quello della dichiarazione della pubblica utilità sull’area e che sostanzialmente si chieda a due micro imprese, perché credo tecnicamente siano micro imprese due Srl che oggi detengono eh la proprietà immobiliare su un’area dove si sono mobilitate le 200.000 persone in in 4 anni, perché questi sono i numeri a vario titolo eh e un intero territorio, la storia di un intero territorio, che cosa ci vogliono fare eh su quel su quell’area”.

 

 

Scritto da: Redazione Novaradio