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Diario di città - 20 ottobre 2025
Dario Salvetti, Collettivo di fabbrica Ex-Gkn
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FIRENZE – “Noi eravamo stati molto chiari da un anno e mezzo, avevamo detto o festa o rabbia. Avevamo detto che ci si stava facendo marcire completamente, che ci si stava facendo bruciare, prima con 15 mesi senza stipendio e ora siamo con il settimo mese di disoccupazione: abbiamo sempre detto quello che avremmo fatto e abbiamo fatto quello che abbiamo detto”. Sono le parole di Dario Salvetti, portavoce del Collettivo di fabbrica dei lavoratori Ex-Gkn, commentando ai microfoni di Novaradio la manifestazione di sabato scorso a Novoli del Collettivo di Fabbrica GKN, culminata con l’occupazione dell’aeroporto di Peretola e gli scontri con le forze dell’ordine che hanno provocato 15 contusi.
Nei giorni scorsi la sindaca di Firenze e il presidente della Regione Giani hanno condannato le violenze e manifestato il loro sostegno alle forze dell’ordine e in generale anche sulla stampa ha prevalso il racconto del lato violento della manifestazione. “Fa paura il tentativo di affibiarci una narrazione tossica, ma è una narrazione che io credo dobbiamo sconfiggere tutti quanti insieme”, replica Salvetti. Una narrazione “che è facilmente smontabile e se necessario lo faremo”, prosegue, “ci sono ampi filmati in cui si vedono ragazzi, ragazze, gli operai del collettivo, mani alzate, volto scoperto, senza niente, a fronte di una celere che ha deciso di caricare e manganellare. Questo è quello che ha che è accaduto e ed è stato non in linea con con tante altre cose che abbiamo fatto quando siamo entrati alla regione, quando siamo entrati in consiglio comunale, eccetera. La differenza non è stata nel nostro atteggiamento”.
La manifestazione di sabato è solo il culmine di una mobilitazione che dura da 4 anni e che ha portato nel tempo a ben 12 manifestazioni: “12 manifestazioni non sono un gioco – precisa Salvetti – non sono un record, non siamo qua per questo, non siamo qua per intrattenere nessuno, 12 manifestazioni, più tutto il resto, perché la quantità di iniziative e di eventi che ha lanciato GKN è indescrivibile e nemmeno noi ce lo ricordiamo, sono proprio la dimostrazione dell’esistenza di un muro di gomma, un muro di gomma che ha il principale scopo di logorarci, farci morire e di insegnare a questo paese l’obbedienza, l’obbedienza alla rassegnazione, l’obbedienza alla fame, alla povertà, alle delocalizzazioni, alle speculazioni, un enorme “non può cambiare nulla” che cozza tra l’altro con invece quel “si può cambiare tutto” che invece di solito vediamo durante le campagne elettorali, perché c’è questo strano meccanismo per cui durante le campagne elettorali tutto è possibile, il giorno dopo le istituzioni si professano prigioniere del proprio stesso immobilismo.”.
“Noi – prosegue Salvetti – questo non lo accettiamo più da tempo, ma ogni giorno proviamo a renderlo più chiaro. È legittimo sospettare ormai del dolo e il dolo è questo. L’ex GKN dà esempio potenzialmente virtuoso per un paese di mobilitazione di massa, di risveglio, di riindustrializzazione economica logica, evidentemente dà fastidio. Quindi la manifestazione di sabato è stata questo, niente di più, niente di meno e non accettiamo nessun tipo di altra narrazione su quello che è successo sabato.”
Tra i motivi alla base della protesta anche il ritardo del Consorzio industriale pubblico nato a luglio ad oggi ancora non operativo, per la mancata nomina del revisore dei conti, una situazione immaginabile vista la concomitanza con le elezioni, una modaltà di agire dove i lavoratori vedono la volontà politica di logorare la protesta con l’attesa. Dopo la mobilitazione di sabato il presidente Giani ha promesso però un’accelerata sui tempi, con la nomina del revisore già nel primo consiglio regionale.
Una promessa senza credibilità però secondo Salvetti che spiega “la road map che oggi ci viene presentata è la road map della road map, della road map, della road map disattesa. Quindi le istituzioni stesse si sono messe in una condizione in cui qualsiasi cosa dicono ad oggi non è credibile e non basta più. A noi non interessa, cioè non è che facciamo una manifestazione 10.000 persone, andiamo a fare un atto di disobbedienza all’aeroporto a volto scoperto tranquillamente, ci sono i filmati, ci sono io che rivendico quello che è successo senza nessun tipo di problema per sapere che invece il 15 dicembre il revisore contabile viene nominato il 15 novembre, non ci prendiamo in giro. Quanti sono i soldi che vengono messi? Qual è il piano? Qual è la proattività, le idee innovative che le istituzioni hanno nell’accompagnare le riindustrializzazioni ecologiche? A questo punto vogliamo una messa a terra completa di tutto quello che deve essere la riindustrializzazione”.
In questo senso la mobilitazione continua già la prossima settimana con un’assemblea cittadina lunedì 27 ottobre alle 20.30 al Teatro Puccini, “che – spiega Salvetti – chiameremo “una sana disobbedienza “perché quello che stiamo facendo da anni è proprio disobbedire a questo stato di cose”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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