Cultura

I tessuti di Jakkai Siributr al MAD con la mostra “Cultura (im)materiale” che indaga la memoria femminile – ASCOLTA

today23/10/2025

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    Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del comune di Firenze

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    Valentina Gensini, direttrice del MAD e curatrice della mostra

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    Veronica Caciolli, curatrice della mostra

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FIRENZE –  Si intitola Cultura (im)materiale la prima personale in Italia dell’artista thailandese Jakkai Siributr in programma dal 23 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026 al MAD Murate Art District e presso il Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo. La mostra è realizzata infatti realizzata in collaborazione con Università di Firenze e rappresenta il terzo anno di collaborazione tra le due istituzioni.

Il progetto, a cura di Veronica Caciolli e Valentina Gensini, direttrice artistica di MAD, si propone come una retrospettiva sull’opera trentennale dell’artista ma anche come esposizione site-specific che intreccia Oriente e Occidente, memoria e contemporaneità. Jakkai Siributr (Bangkok, 1969) lavora con il tessuto attraverso un uso iconico del ricamo, del cucito e del quilting ed è considerato internazionalmente come uno dei più importanti rappresentanti dell’arte tessile, una forma d’arte tradizionalmente legata al genere femminile. La peculiarità della pratica di Jakkai è costituita dalla combinazione di lavoro individuale e relazionale. Interessato infatti ai rapporti umani, allo scambio di esperienze e di storie, talvolta traumatiche, l’artista lavora spesso collettivamente, intercettando comunità principalmente femminili e fragili, con cui realizza sessioni di cucito. Esemplare al riguardo è l’installazione ambientale There’s no Place (2019-in corso), costituita da circa cento pezzi di stoffa ricamati assieme a giovani Shan esiliati dal Myanmar, scelta per essere esposta a MAD. La pratica del cucito è intesa dall’artista come meditativa e terapeutica, ma anche quale strumento partecipativo per dare voce a narrazioni minori, taciute, mnemoniche o ereditarie. I risultati finali dei laboratori combinano tradizione e approccio contemporaneo, attraverso la sovrapposizione e la sperimentazione di tecniche e tipologie di stoffe, talvolta assemblate con vecchi indumenti, tessuti e oggetti personali appartenuti ai partecipanti.

Per questo doppio appuntamento fiorentino, il progetto ha dunque previsto la realizzazione di tre percorsi: in relazione al Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo, che quest’anno celebra i 250 anni dall’apertura, Jakkai è stato invitato a confrontarsi con la figura di Galileo Chini (1873-1956), noto artista, decoratore e ceramista, attratto dall’Oriente in cui ha a lungo risieduto e dove ha realizzato numerose opere pubbliche, tra cui l’affresco della sala del trono Ananta Samakhom di Bangkok. Parte della sua collezione siamese è stata donata dall’artista proprio a questo museo. Pertanto, Jakkai vi presenta un nuovo abito site-specific dedicato alla collezione dell’artista toscano, assieme a una parte dell’opera Transient Shelter (2014), incentrata sulla riflessione dei rapporti tra vita e morte, ribaltamento dei valori, materia e spirito. Per questa occasione, il museo ha riallestito parzialmente questa sala attraverso nuove opere provenienti dalla Collezione Chini.
Presso MAD Murate Art District, sarà possibile osservare per la prima volta in Italia sia una selezione di opere – tra arazzi, abiti e installazioni ambientali – prodotte dal 2014 ad oggi, sia il doppio lavoro collettivo che l’artista è stato invitato a realizzare assieme alle comunità femminili con trascorsi migratori di Nosotras e Casa delle Donne, ma anche con la nutrita comunità femminile afferente al progetto realizzato dal Comune di Barberino Tavarnelle per trasferire le conoscenze antiche del “Punto Tavarnelle”, in una logica di trasmissione inter-generazionale dei saperi e delle pratiche di alto artigianato. Per questa occasione, Jakkai si è dunque confrontato con i percorsi di queste due diverse comunità femminili, con l’eredità di Galileo Chini, la sensibilità degli studenti e del pubblico, lavorando sulla creatività di ogni persona, tra condivisione di memorie, esperienze, sogni e tensioni, materiali e immateriali.

Scritto da: Redazione Novaradio