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Referendum, un “sì” per cancellare i contratti a termine “acausali”: “Stop alla precarietà e alla ricattabilità dei lavoratori” – ASCOLTA

today14/05/2025

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    Speciale Novaradio referendum 8-9 giugno – Contratti a termine acausali – Giulia Tagliaferri e Simona 14 maggio 2025

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Stop ai contratti a termine fino ad un anno senza giusta causa: c’è anche questo tra le questioni al centro del voto referendario del ‘8 e 9 giugno prossimi. Il quesito n.3 (scheda grigia), che reca come titolo formale “abrogazione  parziale di norme di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”, riguarda nei fatti la cancellazione dei c.d. contratti a termine “acausali” . L’attuale legislazione, che fa riferimento al infatti prevede che (salvo casi particolari)  le aziende possano applicare contratti senza indicare alcuna “ragione o causa” per i primi 12 mesi.

Una previsione normativa che ha dato il “la” alla diffusa pratica da parte dei datori di lavoro, per evitare di assumere in pianta stabile i lavoratori, del ricorso a contratti a tempo determinato di breve durata, spesso intermittenti, senza indicare mansioni o compiti. E’ quel che è successo a Simona, lavoratrice impiegata nell’area fiorentina, che dopo il licenziamento nel 2019 per chiusura dell’azienda in cui era impiegata a tempo indeterminato, è poi incappata in una serie di periodi di impiego discontinuo: “Dal 2019 al 2022 o lavorato per la stessa azienda facendo le stesse mansioni, ma con contratti di natura diversa, talvolta diretti e talvolta in somministrazione, ma sempre di pochi mesi di durata. Adesso ho un nuovo lavoro, ma ancora una volta a tempo, di soli otto mesi. E con la preoccupazione costante di come pianificare la mia vita e il mo futuro”.

Se vincesse il “sì” al quesito numero 3 del referendum le aziende non potrebbero più far firmare contratti senza causa, se non in particolare casi eccezionali e con il consenso delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

“L’attuale normativa si traduce in una forte discriminazione nei confronti dei lavoratori e in una loro forte ricattabilità” denuncia Giulia Tagliaferri, della segreteria della CGIL di Firenze, che aggiunge: “Il sì a questo quesito, così come agli altri 3 che riguardano il lavoro, sono importantissimi, perché servirebbero a ribilanciare un rapporto adesso troppo squilibrato verso le aziende”.

Scritto da: Redazione Novaradio