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Antonella Bundu è la candidata della lista “Toscana Rossa”. Pace, lavoro, salute, ambiente le parole d’ordine per l’alternativa al campo largo – ASCOLTA

today04/08/2025 1

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    Antonella Bundu, su candidatura

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    Antonella Bundu, sul programmi del centro sx

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    Antonella Bundu, su Associazione 11 Agosto

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    Francesca Trasatti Potere al Popolo, Leonardo Becheri Rifondazione e Lotar Sancez Possibile

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FIRENZE – È la ex consigliera comunale di Sinistra Progetto Comune a Firenze, Antonella Bundu, la candidata della lista di ‘sinistra sinistra’ “Toscana Rossa” alle prossime elezioni regionali. A sostenerla Potere al Popolo, Possibile, Rifondazione Comunista e tante esperienze “municipaliste e civiche dei vari territori della Toscana”.

“Mentre c’è chi discute di campi larghi, giusti e progressisti, quindi di posti in eventuali Giunte, ignorando i contenuti – spiega un comunicato –  c’è bisogno di dare un riferimento chiaro, perché la politica non è tutta uguale”. Il 9 agosto ci sarà un’assemblea pubblica a Viareggio (Lucca), la lista dovrà poi affrontare la raccolta firme necessaria alla candidatura ufficiale.

Per quanto riguarda i temi, sono quattro le parole chiave di Toscana rossa: pace, salute, ambiente e lavoro. “La lista – continua la nota – ha l’obiettivo di portare nel Consiglio Regionale una rappresentanza di rottura e di alternativa agli schieramenti bipartisan, assente da anni in Regione, ma già presente in diversi Consigli Comunali: rafforzando così la costruzione di uno spazio politico e sociale, autonomo e indipendente dal bipolarismo.”.

“Questa è una vera alternativa così come abbiamo dimostrato anche sul territorio stesso”, ha detto Antonella Bundu oggi in piazza Santo Spirito alla prestazione ufficiale di candidata e lista. “Sono molto felice di essere a disposizione di questo progetto perché non è un progetto nuovo, non è un progetto che nasce adesso, ma è un progetto che mette insieme quelle che sono le forze di sinistra contro quelli che sono al potere attualmente in Toscana, dunque sia alla destra che il centrosinistra o il cosiddetto campo largo”, spiega Bundu. “Siamo convinti, ma non da oggi, di riuscire a portare avanti, così come facciamo in alcuni consigli, così come facciamo sia nelle istituzioni che nel territorio da tanti anni, quelli che sono delle istanze che veramente possono, diciamo, cambiare il sistema di oggi”.

“La nostra è una vera alternativa” a centrosinistra e centrodestra, ha spiegato Bundu. “Un conto è guardare a sinistra, un conto è portare avanti programmi di sinistra”, ha aggiunto, “qui siamo a Firenze, parliamo di aeroporto: qualcuno si propone per andare contro l’aeroporto e sta poi insieme a chi è a favore dell’aeroporto. La nostra proposta è sempre stata chiara”. Rispetto alle elezioni del 2020 “guardiamo i programmi. Spero si sia capito che non c’è bisogno di dare il voto utile”.

Per Francesca Trasatti di Potere al Popolo “la proposta è” alternativa “al campo largo”, secondo Leonardo Becheri di Rifondazione Comunista la lista è in contrapposizione “al blocco di potere che c’è in Toscana”. Lotar Sanchez di Possibile “il programma è chiaro, a che fare ad esempio con pace, lavoro e ambiente”.

Nel simbolo trovano spazio anche i colori della Palestina perché, è stato spiegato, “è indispensabile che oltre le parole di solidarietà ci siano azioni concrete in sostegno alla resistenza del suo popolo, per l’interruzione dei rapporti con Israele”. Tra le priorità della lista “un vero salario minimo regionale a 10 euro agganciato all’inflazione, per chiunque lavori per conto della Regione Toscana, direttamente o in appalto”. Inoltre “Toscana Rossa si impegna nella costruzione attiva di una Toscana terra di pace, libera dalla logica di guerra e militarizzazione e lavora per una regione smilitarizzata, a partire dalla riconversione ad esclusivo uso civile di Camp Darby”. Sulla salute “il sistema non funziona. Lascia sempre più persone in preda a liste d’attesa infinite, spingendole sistematicamente alla sanità privata. Le falle del sistema pubblico sono al più colmate dal volontariato o dal privato sociale, in cui si annidano moderne forme di sfruttamento per lavoratori e lavoratrici del servizio. Fuori dalle emergenze si fa fatica a curarsi, mentre aumentano povertà e diseguaglianze”. Il programma comprende anche riferimenti alla multiutility dove si ribadicsce che “l’acqua deve essere pubblica e anche sugli altri servizi essenziali non deve esserci profitto”.

Scritto da: Redazione Novaradio