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“Stop all’aumento delle spese militari”, l’appello di tre ex presidenti di Regione e Rosi Bindi

today13/04/2022

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FIRENZE – Vannino Chiti, Claudio Martini, Enrico Rossi e Rosy Bindi sono tra i principali promotori di un’appello al Parlamento e al governo contro l’aumento delle spesi militari e per sollecitare l’approvazione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Il testo definisce inaccettabile e sbagliata politicamente la decisione di aumentare le spese fino al 2% del Pil. “L’obiettivo”, scrivono i promotori “è realizzare forze militari europee, non incrementare spese nazionali, come in Italia o in Germania (in questo caso per la prima volta dal 1945)”.

Tra i sostenitori dell’appello e della raccolta firme ad esso collegata, anche l’imam di Firenze Izzedin Elzir, Ugo Caffaz, Silvana Amati, Daniela Belliti, Ilaria Bugetti, Andrea Cecconi, Paolo Corsini, Marco Filippeschi, Antonino Mantineo, Lucio Romano, Severino Saccardi, padre Felice Scalia, Simone Siliani, Walter Tocci, don Armando Zappolini, Stefano Zecchi.

“Questa corsa al nazionalismo attraverso l’aumento della spesa militare in questo momento è dannosa, perché è evidente che noi dobbiamo rafforzare il vincolo europeo”, ha affermato Rosy Bindi, ex ministra ed ex presidente del Pd, a margine di un’iniziativa a Firenze per fare il punto sulle adesioni all’appello contro l’aumento della spesa militare. “La guerra in Ucraina è una sfida a tutta l’Europa, o l’Europa si rafforza come entità politica o rischia di non riuscire neanche a mantenere i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni”, ha sottolineato Bindi, secondo cui “la spesa militare non va aumentata, ma va qualificata, e noi dovremmo pensare a una politica estera e una politica di difesa europea, non dei singoli Stati”. Ascolta >>

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    “Stop all’aumento delle spese militari”, l’appello di tre ex presidenti di Regione e Rosi Bindi Redazione Novaradio

“La raccolta firme sta andando bene”, spiega l’ex presidente di regione e ex parlamentare Vannino Chiti. “A livello politico mi auguro che ci sia una riflessione nei gruppi dirigenti dei vari partiti, di fatto c’è un grosso consenso contro il riarmo nella popolazione di cui la democrazia italiana ed europea devono tenere conto”. Ascolta >>

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Scritto da: Redazione Novaradio


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