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Quarto Piano - 18 aprile 2025
Avv. Iacopo Casetti,12 dicembre 2023
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FIRENZE – Migliaia di vittime civili dei criminali nazifascisti rimasti senza giustizia e solo una manciata di giorni di tempo per aspirare ad un risarcimento. Scade il 31 dicembre prossimo il termine ultimo, già prorogato, per presentare i ricorsi in base alla legge 36 del 30 aprile 2022 che istituisce un fondo per risarcire i parenti e gli eredi delle vittime delle stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia nel 1943/45.
Alcune cause sono già andate a sentenza ma si contano sulle dita di una mano. “I procedimenti intentati sono solo 900 in tutta Italia, molti nemmeno sanno dell’esistenza del fondo – dice a Novaradio l’avvocato Iacopo Casetti, che ha seguito due delle tre uniche cause arrivate a sentenza di primo grado presso il Tribunale di Firenze: il risarcimento di 25 mila euro (più interessi) ciascuno per Sergio e Katia Poneti, nipoti di Egidio Gemigniani, partigiano della brigata Faliero Pucci torturato e ucciso a Tavernelle il 20 luglio 1944 come rappresaglia per l’ucciosione di un soldato tedesco, e il risarcimento di 50 mila euro (più interessi) per Mirella Lotti, figlia di Giuliano Lotti (13 nov 23), ucciso assieme ad altre 11 persone nella strage di Pratale (Barberino Tavernelle) del 27 luglio 1944.
“Ci vorrebbe una ulteriore proroga, mi appello anche alle istituzioni e ai Comuni che sono stati teatro degli eccidi a sollevare la questione” dice l’avvocato, che sta seguendo altre due vicende: la causa intentata dalle sorelle Licia e Roberta Menicucci per l’uccisione del padre Aurelio, trucidato assieme ad altri 11 civili nella strage di Padulivo di Vicchio del 10 luglio 1944, e per Carla Marretti, figlia di Carlo Lotti, un’altra vittima innocente della strage di Pratale. Entrambi i procedimenti non arriveranno a giudizio prima della primavera 2024.
Neppure per le sentenze già passate a sentenza di primo grado però ancora c’è sicurezza di risarcimento, dato che diventa esecutivo solo se non saranno presentati ricorsi. In udienza però a sorpresa l’Avvocatura dello Stato si è opposta alla condanna dello Stato tedesco (contumace): ad appellarsi quindi paradossalmente potrebbe essere non tanto la Germania ma il governo Meloni, opponendosi ad un fondo istituito da un altro governo (quello Draghi). “Il termine di 30 giorni dalla notifica scade fra pochi giorni, speriamo non ci sia il ricorso” chiosa l’avvocato Casetti.
Scritto da: Redazione Novaradio
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