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FIRENZE – A 10 mesi dalla strage nel cantiere Esselunga di via Mariti, dove il 14 febbraio scorso morirono 5 operai edili, non solo l’area del disastro è ancora sotto sequestro giudiziario e non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati, ma l’intero quartiere è di fatto “in ostaggio” della situazione di empasse: Via Giovanni da Empoli è chiusa completamente al traffico e neanche i mezzi di soccorso possono accedere, con grave danno a residenti e esercizi commerciali. I parcheggi mancano in tutta la zona e la viabilità è talmente peggiorata che le ambulanze dirette a Careggi utilizzano percorsi alternativi più lunghi, pur di evitare gli ingorghi di via Mariti. Il degrado e l’abbandono stanno favorendo l’aumento della criminalità (furti, spaccio).
E’ la denuncia dei cittadini e dei residenti dell’Comitato Ex panificio Militare, che hanno lanciato una petizione, cartacea e on line (su change.org) per chiedere che si intervenga al più presto, in primis Comune di Firenze, Magistratura e società Esselunga proprietaria dell’area, cui si chiede di intervenire al più presto e rispondere positivamente alle seguenti richieste: riaprire in sicurezza via G. da Empoli e sistemare la viabilità tutto attorno al cantiere sotto sequestro; sanificare l’area di cantiere,; ripristinare il numero di parcheggi auto persi attorno al cantiere, sistemare le parti a verde e piantare gli alberi previsti; intraprendere ogni possibile azione per velocizzare il dissequestro dell’area, primo passo per restituire a residenti e cittadini questa parte del quartiere, ripristinando vivibilità, sicurezza e decoro.
“Esselunga smetta di ringambare sulle perizie che riguardano la staticità dell’area, e metta al più presto in sicurezza il cantiere per permettere la riapertura delle strade limitrofe – spiega Nikla Gelli, del Comitato – e il Comune no dice che non ha competenze: la sindaca è la responsabili della sicurezza e della salute dei cittadini”.