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Giustizia riparativa, entro l’anno a Firenze il primo Centro in Toscana – ASCOLTA

today11/07/2025

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    Nicola Paulesu, ass. welfare Firenze 11072025

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FIRENZE – Entro la fine dell’anno Firenze potrebbe finalmente avere in funzione il primo Centro di giustizia riparativa: il Comune di Firenze ha presentato richiesta per l’autorizzazione da parte del Ministero e, a quanto trapela da Roma, le carte sono in regola, e si aspetta solo il via libera da via Arenula. A quel punto il Comune potrà pubblicare il bando per l’affidamento del servizio a soggetti qualificati – associazioni ed enti che hanno esperienza – utilizzando i fondi che saranno messi a disposizione dal governo. A confermarlo a Novaradio è l’assessore al welfare del Comune di Firenze, Nicola Paulesu.  “È stato un percorso estremamente faticoso, estremamente difficile e le indicazioni dal Ministero sono arrivate in fasi successive. In realtà, Firenze ha ha già avuto un riconoscimento, diciamo, per essere pronta a partire” spiega: “Stiamo aspettando che il Ministero giustamente dia il via attraverso una convenzione per partire”.

Di giustizia riparativa si è parlato in questi giorni nel corso di una convegno a Firenze. si tratta di un approccio diverso e parallelo rispetto a quello retributivo (reato = pena), che introduce il concetto di “riparazione del danno” da parte dell’autore del reato in un processo di dialogo con la vittima del reato e la comunità, grazie all’aiuto di figure specializzate, i mediatori di giustizia. L’approccio, noto e praticato da decenni all’estero, è stato introdotto nel nostro ordinamento solo con la riforma Cartabia del 2021 ma ancora deve essere pienamente tradotto in pratica. La legge prevede la apertura di appositi Centri di giustizia riparativa: per tutta la Toscana è previsto a Firenze, e il Comune ha presentato la propria “candidatura”.

Il Centro dovrà avere a disposizione nella prima fase di 6 mediatori e dovrà essere affidato ad un soggetto (ente, associazione) che abbia già esperienza nella mediazione. Alcune candidature son già sul tavolo “Sì sta valutando quali siano le associazioni pronte per essere coinvolte pienamente all’interno del centro di giustizia riparativa, stiamo aspettando, diciamo, l’ok e la formalità dal dal Ministero”.  Da Roma serve non solo l’ok, ma anche lo stanziamento i fondi per il suo funzionamento: “Il Ministero mette a disposizione delle risorse, queste non saranno mai sufficienti per fare quello che la normativa chiede, ma dobbiamo comunque cominciare”. Ma quando il Centro sarà attivo? “Presumibilmente nel corso di quest’anno potremmo essere pronti”.

L’assessore ha anche parlato della situazione del carcere di Solicciano, le cui condizioni di invivibilità tra degrado, fatiscenza dei locali e il caldo torrido di questi giorni sono state riportate all’attenzione dalla morte in circostanze da chiarire, di un detenuto austriaco di 57 anni con problemi psichiatrici, nella sezione transito dove mancano perfino i ventilatori. Si tratta della quinta morte in 6 mesi tra le mura del carcere. “Le condizioni di vita all’interno del carcere di Sollicciano non sono accettabili, né per i detenuti né per chi lavora all’interno del carcere” commenta Paulesu: stiamo lavorando per questo quotidianamente con le tante realtà e con le strutture penitenziario per cercare di migliorare le condizioni di vita dei detenuti in tutti i modi possibili. All’interno del carcere c’è bisogno di tutto, lo sappiamo, ma e dobbiamo costruire ugualmente i percorsi in uscita dal carcere di esecuzione penale esterna perché se quelli rappresentano una piccola speranza”.

Scritto da: Redazione Novaradio