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Stress e lavoro, il 75% lo patisce ma solo un terzo si rivolge ad uno psicologo. Toscana 1/a in Italia per malattie professionali – ASCOLTA

today03/12/2025

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    Ivana Veronese, segreteria nazionale UIL – 3 dicembre 2025

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FIRENZE – In Italia le malattie professionali hanno subito una vera e propria impennata: 88 mila quelle riconosciute dall’inail nel 2025, con un aumento di 16 mila in soli due anni. E in questa speciale classifica in negativo la Toscana, con 13.698 casi, è prima tra le regioni italiane. Il tema della sofferenza – stress in varia misura – sul luogo dei lavoro è un tema molto diffuso: circa un terzo dei dei lavoratori dipendenti (31,8%) ha provato sul luogo di lavoro sensazioni di esaurimento assimilabili al “burn out” e molti di più – una quota tra il 73% e il 76% – denunciano situazioni di stress lavorativo, eccessiva pressione e carico responsabilità, ma solo il 36% si rivolge ad uno psicologo.

Questi i dati che verranno presentati e discussi oggi durante l’iniziativa “Lavoro&Benessere – Come costruire ambienti di lavoro più sani e inclusivi?”, in programma presso la sede regionale di via Corcos. A parlarne Federica Montaghi (rsp. salute e sicurezza Uil Toscana), Giovanna Bianco (resp. Salute e Prevenzione Regione Toscana) e Ivana Veronese (segreteria nazionale Uil): “Il tema è molto sottovalutato, perché quando parliamo di rischi psicosociali che vanno dallo stress dal lavoro correlato, dalle molestie e violenze nei luoghi di lavoro” parliamo anche di “quanto l’organizzazione del lavoro non faccia che accumulare ulteriori problemi”. “Quello che per me va ripreso in mano sia in termini di contrattazione ma anche di attenzione da parte dei medici del lavoro è proprio l’organizzazione del lavoro – spiega – perché del lavoro può fare danni sia in termini fisici alle persone, ma anche danni mentali in termini e proprio di stress accumulato”.

Come spiegare l’incidenza così alta in Toscana delle malattie professionali? “Difficile da dire – commenta – può essere che in Toscana ci sia una consapevolezza migliore del problema, però il tema è nazionale. Secondo i questionari distribuiti dalla aziende, lo stress non emerge mai. Noi abbiamo chiesto alla Ministra del Lavoro di rivedere anche le linee guida sullo stress da lavoro correlato, perché abbiamo necessità che i problemi emergano”.

Il problema non sta nella scarsa disponibilità dei servizi, ragiona Veronese:  “L’offerta rispetto a psicologia e altro c’è, i è anche una questione economica, perché se devo andare dallo psicologo pagandomelo è impegnativo”. In questo senso, iniziative come lo psicologo di base avviato in via sperimentale in Toscana, per Veronese, possono aiutare, ma a una condizione: “Abbiamo la necessità che questi psicologi colleghino il malessere al lavoro. Ad esempio se uno ha un problema alla schiena, delle volte il medico di base non chiede che lavoro fai e quindi non lega quella patologia via al rapporto di lavoro”. Il ragionamento torna al punto di partenza: agire sull’organizzazione: Sia per gli infortuni fisici che per quelli legati alla salute mentale è molto importante discuterne assieme anche con il medico del lavoro di quell’azienda”.

Scritto da: Redazione Novaradio