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“Lo Stato fu responsabile della strage del Moby Prince” – ASCOLTA

today11/04/2019

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LIVORNO – “Quella del Moby Prince non fu una tragedia ma una strage di cui è responsabile anche lo Stato”. Così ai microfoni di Novaradio Loris Rispoli, dell’associazione 140 che riunisce molti familiari delle vittime all’indomani del 28/anniversario del disastro navale che l’10 aprile 1991 costò la vita a 140 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, spiegando la clamorosa decisione annunciata proprio ieri di intentare una causa civile contro lo Stato per non aver garantito la sicurezza dei trasporti.

“Le responsabilità ci furono – spiega Rispoli – perché lo Stato non fu in grado di tramite i necessari controlli ad impedire che un traghetto con molti problemi tecnici si mettesse in mare, ma soprattutto perché non fu capace di portare il soccorso che se fosse giunto in tempo avrebbe salvato la vita di decine di persone, condannate ad una lenta agonia nel salone principale, come accertato dalla commissione parlamentare d’inchiesta”.

>>> Ascolta l’intervista a Loris Rispoli, Associazione 140

Le basi giuridiche si fondano su analoghi pronunciamenti su ricorsi presentati dalle vittime di un’altra grande strage italiana, quella aerea di Ustica: “Per 28 anni non è stata fatta verità e giustizia” insiste Rispoli: “Solo con la relazione della commissione parlamentare abbiamo saputo che in rada non c’era nebbia, che la petroliere Agip Abruzzo non doveva trovare dov’era, o che gli armatori si sono accordati per non farsi causa tra di loro. Come Ustica, quella del Moby è una della stragi italiane senza risposta, perché troppo a lungo la ricerca delle verità è stata trascurata, negata o depistata”.

Nuove iniziative anche sul fronte penale: l’avvocato Carlo Alberto Melis Costa, che tutela tutti i familiari delle vittime iscritti alle due associazioni che li raccolgono, la 10 aprile e la Moby Prince 140,ha presentato un esposto alla procura con l’ipotesi omicidio plurimo aggravato con dolo eventuale.  “Fu una strage e come tale può ancora essere perseguita”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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